Dagli Stati Generali della scuola promossi, tra gli altri, dall’Unione degli studenti, dalla Flc-Cgil e da Legambiente, emerge la proposta di mettere mano ad un proposta di legge di iniziativa popolare per una riforma complessiva del sistema scolastico.
L’idea è certamente interessante perché è un indice della volontà e del desiderio dei giovani di non limitarsi alla protesta ma di essere cittadini attivi e propositivi.
Per la verità, però, l’idea non è affatto nuova, ma risale addirittura a 17 anni fa quando nacquero in molte città italiane i comitati della LIP Scuola: l’acronimo indicava appunto la Legge di iniziativa popolare.
I comitati si coordinarono fin da subito a livello nazionale e nel 2006 scrissero una prima proposta di legge, finalizzata soprattutto a contrastare la riforma Moratti voluta dal Governo Berlusconi.
I comitati riuscirono a raccogliere le firme necessarie (50mila) è il disegno di legge approdò anche in Parlamento: toccò alla deputata di Rifondazione Comunista Titti De Simone presentare il progetto in Commissione Cultura della Camera il 4 aprile 2007.
Con la fine del Governo Prodi, nel maggio dell’anno successivo, la vicenda parlamentare si bloccò, mentre il lavoro dei Comitati proseguì con alterne vicende.
L’approvazione della legge della “Buona scuola” di Matteo Renzi diede nuovo slancio alle iniziative di contrasto alle riforme del Governo e nel 2017 il Comitato LIP Scuola, ampiamente rinnovato, riscrisse un testo aggiornato della proposta di legge al quale aderirono anche diverse forze politiche e sindacali (Flc-Cgil innanzitutto).
Nella primavera del 2018 si svolse la campagna per la raccolta delle firme che però, incredibilmente, fallì perché non si riuscì mettere insieme le 50mila firme richieste.
Vedremo se questa volta, grazie anche al contributo che daranno gli studenti, si riuscirà a raggiungere l’obiettivo.
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