La legge regionale della Lombardia che introduce nuove norme in materia di reclutamento del personale docente è stata pubblicata sul Bollettino ufficiale del 20 aprile.
Il provvedimento, fortemente voluto dal presidente Formigoni e dal neo-assessore Valentina Aprea, è già stato trasmesso al Dipartimento per gli Affari regionali che avrà tempo fino al 20 giugno per esaminarlo e per decidere su eventuali profili di illegittimità costituzionale. In caso affermativo la legge potrebbe essere inviata alla Corte costituzionale che dovrà decidere in via definitiva.
L’articolo più discusso e contro il quale sono insorti movimenti e sindacati è il numero 8 che istituisce i concorsi a livello di istituzione scolastica.
In pratica vengono aggiunti alcuni commi all’articolo 19 della precedente legge regionale 19/2007.
“2bis. Al fine di realizzare l’incrocio diretto tra la doman¬da delle istituzioni scolastiche autonome e l’offerta profes¬sionale dei docenti, a titolo sperimentale, nell’ambito delle norme generali o di specifici accordi con lo Stato, per un triennio a partire dall’anno scolastico successivo alla stipu¬la, le istituzioni scolastiche statali possono organizzare con¬corsi differenziati a seconda del ciclo di studi, per reclutare il personale docente con incarico annuale necessario a svolgere le attività didattiche annuali e di favorire la conti¬nuità didattica”.
Subito dopo, il testo della legge chiarisce che “è ammesso a partecipare alla selezione il personale docente del comparto scuola iscritto nelle graduatorie pro-vinciali ad esaurimento”.
La legge stabilisce anche che “le modalità di espletamento del bando di con¬corso sono definite, nel rispetto dei principi di imparzialità, trasparenza e pubblicità, con deliberazione della Giunta re¬gionale, sulla base dell’intesa di cui al comma 2 bis”.
L’opposizione a questo articolo di legge è stata subito molto forte. I movimenti e la stessa Flc-Cgil hanno parlato di “chiamata diretta” da parte dei dirigenti scolastici anche se, come si può vedere dal testo ufficiale, in nessun punto si usa tale espressione.
Nei giorni scorsi il provvedimento è stato discusso a Milano in un convegno di studio al quale hanno preso parte dirigenti scolastici dell’Andis (spesso si tratta anche di dirigenti che aderiscono a Cgil, Cisl e Uil) che si sono espressi in larga misura a favore della formula “concorso di scuola”.
Ma adesso la parola passa al Governo che dovrà decidere se dare il via libera alla legge Formigoni-Aprea o se rinviarla alla Consulta.