Dopo l’approvazione definitiva della legge contro il cyberbullismo, cosa ambierà nelle scuole? lo spiega l’on. Giuditta Pini, del Partito Democratico e membro della Commissione Giustizia e della Commissione Affari Sociali della Camera, nel corso di una intervista pubblicata anche dalla Stampa.
“All’interno delle scuole ci sarà un referente che gestirà le iniziative per contrastare il cyberbullismo, cercando di formare docenti e studenti su come riconoscerlo e come contrastarlo. Le scuole potranno fare iniziative mirate sulla legalità e sull’uso consapevole di internet. Ma la cosa più importante è la possibilità per la vittima di chiedere la rimozione immediata del contenuto dalla piattaforma, e nel caso non venisse ascoltato potrà rivolgersi al garante della privacy che provvederà entro 48 ore”.
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Inoltre le scuole potranno scegliere un docente come referente in base a criteri che stabilirà il Ministero “che dovrà disegnare le linee guida e alle scuole che conoscono i docenti per le loro capacità e competenze”, mentre è previsto pure un controllo sul loro operato per la cui definizione si aspettano dal Miur “le linee guida, ma come per ogni attività il Preside è il primo a vigilare insieme ai dicenti e agli studenti all’interno delle scuole”.
“Il referente- precisa la deputata- non è e non potrà sempre essere colui che si occupa di tutto, ovviamente all’interno di complessi scolastici numerosi ci saranno più docenti che si occuperanno del contrasto al cyberbullismo, anche se formalmente il referente sarà uno, ma anche di questo si occuperà il tavolo che verrà istituito al Ministero”.
“La cosa fondamentale è imparare che ciò che si fa su internet non è solo virtuale, ma ha anche conseguenze reali. Per questo un ammonimento da parte del Questore può aiutare ad affrontare in modo serio il fenomeno”.
in ogni caso “non viene introdotto un reato, ma vengono istituite norme di prevenzione e contrasto che valgono all’interno del mondo della scuola, il maggiorenne che venisse segnalato seguirà lo stesso iter del minorenne. Certo la legge non è e non può essere che un primo passo, l’incapacità di usare in modo consapevole i social e la violenza sempre più forte online fanno sì che si debba mettere all’ordine del giorno una riflessione seria ed articolata sulla formazione e la responsabilizzazione dell’utilizzo del mezzo ‘internet’ anche e soprattutto degli adulti. Il tavolo che verrà istituito al Ministero con anche i grandi gestori di piattaforme potrà sicuramente essere d’esempio”.
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