Attualità

Legge sulla disabilità: ci vorranno almeno 3 anni per vederla applicata.

Abbiamo già dato notizia della approvazione da parte del Consiglio dei Ministri di un disegno di legge in materia di disabilità.
“Il cuore della riforma – spiega il Governo nel comunicato stampa ufficiale – sarà il nuovo sistema di riconoscimento della condizione di disabilità, in linea con la Convenzione Onu. Questo nuovo sistema si basa sulla valutazione multidisciplinare della persona, finalizzata all’elaborazione di progetti di vita personalizzati che garantiscono i diritti fondamentali”.
“Tali interventi –
si legge sempre nel comunicato – sono volti a supportare l’autonomia e la vita indipendente delle persone con disabilità in età adulta, prevenendo forme di istituzionalizzazione. 
Il disegno di legge prevede, inoltre, il potenziamento dei servizi e delle infrastrutture sociali necessari”.

Gli intenti sono di per sé nobili e condivisibili tanto che diverse associazioni che si occupano di disabilità hanno già annunciato la loro soddisfazione per l’iniziativa del Governo.
Ma – se si esamina un po’ meglio la questione – si dovrà ammettere che non ci sono molti motivi per essere entusiasti.
Intanto va detto che la legge non contiene stanziamenti specifici ma prevede che tutte le misure si realizzino con le risorse già disponibili nel bilancio dello Stato.
Questo, però, è tutto sommato il problema meno rilevante.
Il tema vero è un altro.
Il Governo, in realtà, ha adottato una proposta di legge delega il cui iter è lungo e complesso e non privo di rischi.
Intanto il testo predisposto dal Consiglio dei Ministri dovrà essere esaminato dalla Ragioneria Generale dello Stato e solo successivamente potrà essere depositato in Parlamento.
A quel punto inizierà il dibattito, alla Camera e al Senato.
Una volta approvata, la legge sarà pubblicata in Gazzetta e da quel momento decorreranno i termini per l’approvazione dei decreti legislativi previsti dalla delega.
Il testo attuale prevede infatti che il Governo avrà 20 mesi di tempo per adottare i decreti delegati o legislativi che dir si voglia.
A conti fatti il cronoprogramma potrebbe essere questo: deposito del disegno di legge in Parlamento nel mese di dicembre, approvazione della legge delega nell’estate 2022, adozione dei decreti legislativi nella primavera 2024.
Ma la vicenda potrebbe anche non concludersi a quella data perché a quel punto potrebbero essere ancora necessari diversi altri decreti ministeriali applicativi.
Gli esempi non mancano.
La legge 107 del luglio 2015 (la cosiddetta legge sulla Buona Scuola), che aveva iniziato l’iter parlamentare a fine marzo del 2015 prevedeva la revisione delle norme in materia di inclusione scolastica; il decreto legislativo, il 66, venne approvato nell’aprile del 2017 e pubblicato in Gazzetta il mese successivo.
Ancora oggi un importante decreto interministeriale applicativo, quello relativo al “nuovo PEI” non c’è ancora; e, se anche non ci fosse stata la bocciatura del TAR, sarebbe entrato in vigore nel settembre scorso, e cioè a più di 6 anni di distanza dall’avvio dell’iter parlamentare della legge che lo prevedeva.
A questo punto ciascuno può farsi una idea di cosa potrebbe accadere con la legge delega sulla disabilità di cui si parla in queste ore.

Reginaldo Palermo

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