Ancora una brutta sentenza per il livello culturale in cui versano i cittadini italiani. La nostra Penisola è infatti ultima per competenze alfabetiche ovvero capacità linguistiche ed espressive, fondamentali per vivere e lavorare ai giorni nostri; mentre risulta penultima in matematica. A rilevarlo è stata l’indagine, su 24 Paesi, promossa dall’Ocse, realizzata in Italia dall’Isfol e presentata l’8 ottobre: lo studio Isfol-Piaac (Programme for the International Assessment of Adult Competencies) riguarda il periodo 2011-2012 ed ha evidenziato come in Italia le cosiddette competenze alfabetiche, alla base della crescita individuale, la partecipazione economica e l’inclusione sociale degli adulti italiani, risultino ben al di sotto della media dei paesi Ocse, ossia di quelli più industrializzati (per ora ne sono presi in considerazione 24). I dati della ricerca sul sapere ‘leggere, scrivere e far di conto’ parlano chiaro: in una scala che va da zero a 500, nelle competenze alfabetiche il punteggio medio degli adulti italiani è pari a 250, contro una media Ocse di 273.
Nelle competenze matematiche la media italiana è pari a 247 rispetto a 269 di quella Ocse. I punteggi sono riconducibili a sei diversi livelli di competenze e il livello tre è considerato il minimo indispensabile per ”vivere e lavorare nel XXI secolo”. E guardando alle competenze alfabetiche, ben il 27,9% non supera il primo livello, mentre solo il 29,8% degli adulti italiani si colloca dal terzo in poi (il 42,3% è al secondo). Quanto alle competenze matematiche, il 31,9% è al primo livello o al di sotto e appena il 28,9% è almeno pari al terzo (il 39% è al secondo).
Sempre stando alle cifre diffuse dall’Isfol, che ha condotto l’indagine per l’Italia su incarico del ministero del Lavoro, ”una delle situazioni più preoccupanti rimane quella dei Neet, cioè i giovani di età compresa tra i 16 e i 29 anni che non studiano e non lavorano. In termini di competenze alfabetiche il punteggio medio è pari a 242, cioè 8 punti sotto la media nazionale”.
Secondo l’Isfol (Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori) non mancano però delle note positive: ”Si contrae lo scarto con la media Ocse relativamente alle competenze alfabetiche e si riscontra un miglioramento complessivo rispetto alle altre indagini svolte negli ultimi anni, mentre gran parte degli altri paesi rimane stabile”. Inoltre, aggiunge, ”i dati mostrano anche una significativa riduzione del divario tra maschi e femmine”.
dati dell’Ocse "sono allarmanti e impongono un’inversione di marcia", ma il Governo "ha già adottato diverse misure" per invertire la rotta, hanno commentato i ministri del Lavoro e dell’Istruzione, Enrico Giovannini e Maria Chiara Carrozza.
Poco dopo, il ministro Carrozza, in occasione del seminario ‘Il patrimonio culturale digitale verso horizon 2020’, è stata ancora più dura: “i dati dell’Ocse ci dicono che stiamo colando a picco e dobbiamo risalire concentrandoci sui problemi con spirito creativo”.
Severo anche il giudizio dell’Anief: “oramai non ci si può più nascondere dietro la scusa della crisi economica internazionale, la realtà è che occorrono subito fatti. Ad iniziare dall’innalzamento dell’obbligo scolastico, a causa del quale ogni anno perdiamo 700mila alunni, passando per una maggiorazione del tempo scuola, incautamente ridotto del 10% a seguito delle riforme Gelmini, e per l’attivazione – ha concluso il sindacato autonomo – di un collegamento capillare del mondo formativo con le aziende”.
Severo anche il giudizio dell’Anief: “oramai non ci si può più nascondere dietro la scusa della crisi economica internazionale, la realtà è che occorrono subito fatti. Ad iniziare dall’innalzamento dell’obbligo scolastico, a causa del quale ogni anno perdiamo 700mila alunni, passando per una maggiorazione del tempo scuola, incautamente ridotto del 10% a seguito delle riforme Gelmini, e per l’attivazione – ha concluso il sindacato autonomo – di un collegamento capillare del mondo formativo con le aziende”.