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Leggero aumento delle interruzioni di gravidanza di under 18

Sono i dati emersi nel corso del seminario “Mamme bambine: troppo grandi per giocare, troppo piccole per essere mamme”, organizzato all’ospedale San Camillo-Forlanini in occasione della Giornata mondiale per i diritti dell’infanzia e pubblicati dall’agenzia Dire.
La proporzione di donne molto giovani fra chi interrompe la gravidanza sembra dunque in leggero aumento nei 12 anni esaminati. Si osservano interruzioni in età estremamente precoci: una settantina a 14 anni e oltre 200 a 15 anni. La probabilità che una gravidanza iniziata venga interrotta è circa doppia nelle donne sotto i 19 anni, rispetto alle classi d’età superiori. La probabilità che una donna sotto i 19 anni interrompa la gravidanza è più alta fra le italiane che fra le donne dei Paesi a forte pressione migratoria.
Nel periodo dal 2000 al 2012 hanno partorito a Roma al San Camillo-Forlanini 416 donne sotto i 19 anni. Una media dell’1% del totale dei parti (41.900 dal 2000 al 2012) ha riguardato quindi donne in giovanissima età.
Mettendo a confronto questi dati con quelli nazionali e del Lazio, disponibili per il periodo 2008-2011, emerge che la percentuale complessiva di parti da donne sotto i 19 anni di età presso il San Camillo è analoga a quella nazionale e quasi doppia di quella media del Lazio. Mentre emerge una differenza rispetto alla media italiana: in Italia le partorienti sotto i 19 anni sono composte per quasi l’80% da italiane e provenienti dai Paesi a sviluppo avanzato (Psa), nel caso del San Camillo il 55% sono italiane e provenienti dai Paesi a sviluppo avanzato ed il restante dai Paesi in via di sviluppo (Pvs).
Analizzando la composizione delle partorienti per titolo di studio emergono delle differenze significative: oltre la metà delle partorienti sotto i 19 anni (il 51,2%) non hanno alcun titolo di studio (34,9%) o la licenza elementare (16,3%), mentre al contrario fra le partorienti sopra i 19 anni la quota di quelle senza titolo di studio (1,4%) o con la licenza elementare (1,6%) è nettamente più bassa. Occorre anche sottolineare che nelle partorienti straniere sotto i 19 anni la quota senza alcun titolo di studio (46%) o con la licenza elementare (17,9%) è ancora più alta della media: rappresentano poco meno dei due terzi (63,9%) del totale delle partorienti straniere.
Questo sembra indicare che la gravidanza in età molto giovane è strettamente legata al livello culturale, che influisce fortemente sulle possibilità di gestire una procreazione responsabile. La conoscenza della fisiologia della riproduzione e delle tecniche di contraccezione è sicuramente molto influenzata dal livello culturale.
La giovane età delle partorienti ha una conseguenza anche sul riconoscimento del neonato: uno ogni cinque neonati (20,9%) da partorienti sotto i 19 anni sono stati riconosciuti o da un solo genitore o da nessuno dei due (23,8% per le partorienti straniere), mentre nel caso delle partorienti più adulte questa situazione riguarda un neonato ogni ventitré (4,2%).
Anche la quota delle nascite prima del termine fisiologico appare più quasi doppia fra le partorienti più giovani (16,8%) rispetto alle altre (9,6%) ed è ancora più alta per le giovani partorienti straniere (17,9%). Il peso del neonato alla nascita è mediamente inferiore nelle giovani madri ed un quarto dei neonati ha un basso peso (inferiore ai 2,5 chili). Poco meno di una ogni sei delle giovani madri aveva già avuto un altro parto in precedenza (valore che sale a oltre una ogni 5 per le madri straniere e scende a una su nove per quelle italiane). Inoltre va segnalato che in questo periodo si sono registrati parti in età molto giovani: quattro a 13 anni e 43 a 15 anni.

Pasquale Almirante

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