Ieri, 21 settembre, presso Etnabook, il Festival Internazionale del Libro e della Cultura che si svolge in questi giorni a Catania, è intervenuto Lello Analfino, cantante frontman del gruppo Tinturia, che ha ricevuto il premio Etnabook.
Ecco le sue parole sulla scuola e sui docenti: “Sono uno di quelli che legge ancora. Mi chiedevo: la narrativa si insegna ancora nelle scuole? Io avevo un insegnante che sceglieva un libro e faceva leggere, ci invitava a leggere. Credo molto nella scuola come istituzione culturale e credo molto nei docenti, che vengono trattati male. Si tratta di un lavoro molto difficile. In Italia sembra che ci sia più gente che scrive che legge”.
Qualche giorno fa è esploso il dibattito sullo studio della letteratura scuola. Tutto è nato da X, nuovo nome di Twitter, dove alcuni utenti hanno deciso di esprimere delle opinioni “fuori dal coro” su dei libri. Uno di essi, in particolare, ha scritto di non amare particolarmente “I Promessi Sposi”, il celebre romanzo storico di Alessandro Manzoni, uno dei pilastri della letteratura italiana.
“Bisognerebbe smettere di studiare così ossessivamente ‘I promessi sposi’, che è sopravvalutato. Nella letteratura globale dell’Ottocento c’è molto di meglio (Dickens, Zola, Ibsen, Hugo, Twain, Coleridge e mille altri) e Manzoni è uno dei tanti e dei meno notevoli”, ha scritto l’utente.
Un altro si trova in disaccordo: “Manzoni è uno dei padri della lingua e, oggettivamente, i Promessi Sposi sono di facile lettura e comprensione. Pensare di poter comprendere davvero Twain e Coleridge (in traduzione, poi) a 14 anni mi sembra un po’ utopistico”.
Ecco come ha risposto il primo utente parlando ancora del poco peso in Europa che a suo dire ha Manzoni: “Ho suggerito di studiare Manzoni con il giusto peso, contando che nel panorama letterario occidentale dell’Ottocento conta relativamente poco. Manzoni è un fenomeno italiano, oggetto di hype locale. Dickens è letto, tradotto, adattato su film e tv in tutto il mondo, Manzoni solo qui. L’Ottocento ha molto di più da offrire. Di norma viene letto per intero e analizzato capitolo per capitolo. Troppo. Anche perché non si legge niente altro di prosa italiana di quel secolo. E c’è un sacco di roba che meriterebbe”.
“Di sicuro la scuola fa di tutto per far odiare la lettura. Dalle schede libro ai questionari, impongono il dovere e azzerano il piacere. Altrove non è così”, ha aggiunto l’utente.
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