La storia curiosa proviene dal Regno Unito, come riporta Il Corriere della Sera. Teddy, studente inglese di Peppard, nell’Oxfordshire, ha una richiesta per i grandi di Apple: cestinare “l’offensiva e irrispettosa” emoji con gli occhiali, che con le lenti spesse, il sorriso un po’ sghembo e i denti sporgenti compone un ritratto impietoso del classico “nerd”.
La BBC, con distintivo british humor, ha sposato la causa diffondendo un video in cui Teddy strappa l’immagine dell’emoji e ne mostra fieramente una nuova, da lui disegnata, denominata genius. L’emittente britannica ha anche contattato Apple per un commento, ma al momento la multinazionale statunitense non ha rilasciato alcuna dichiarazione che lasci intendere provvedimenti futuri.
Complice dell’iniziativa è stata la maestra del bambino, che stupita dalla mente vivace e dalla forza con la quale il bambino ha sostenuto le proprie opinioni, lo ha stimolato a dare corpo al progetto. “Mi piace la sua mente curiosa e il fatto che si batta per ciò in cui crede. È molto esplicito al riguardo, lo fa in modo piuttosto maturo, e credo che questo vada sostenuto, incoraggiato e lodato” ha detto.
Teddy aveva visto l’emoji mentre scriveva a suo cugino, da lì prima l’irritazione e poi l’ispirazione. “Pensiamo che le persone che portano gli occhiali siano cool e siamo preoccupati che chi dovrà iniziare a indossarli per la prima volta pensi che sembrerà un coniglio o un topo” si legge nella petizione intitolata No nerd emoji! che è circolata prima tra i compagni di scuola e ora è online. La nuova emoji, genius, “ha lenti sottili e montature sottili…e poi ha un piccolo sorriso al posto degli orribili denti da coniglio”, ha spiegato Teddy.
Il caso ricorda quello della parola “petaloso”, esploso in Italia nel 2016. “Le margherite sono fiori petalosi, mentre i papaveri non sono molto petalosi”: a scriverlo un alunno di terza elementare, Matteo, per il quale un fiore che ha più petali di altri è decisamente “petaloso”, inventando un neologismo che è pure piaciuto a quelli dell’Accademia della crusca.
È stata la maestra Margherita, docente presso la scuola primaria ‘Marchesi’ di Copparo (Ferrara), a interpellare addirittura l’Accademia della Crusca per capire se il fiore ‘petaloso’ potesse essere valutato dagli esperti in italiano per eccellenza. E loro così hanno risposto: “Caro Matteo la parola che hai inventato è una parola ben formata e potrebbe essere usata in italiano così come sono usate parole formate nello stesso modo”. Per la Crusca si tratta di una parola “bella e chiara”, che potrebbe addirittura entrare nel vocabolario della lingua italiana se tutti iniziassero a usarla per descrivere un fiore: “Perché entri in un vocabolario, infatti, bisogna che la parola nuova non sia conosciuta e usata solo da chi l’ha inventata, ma che la usino tante persone e tante persone la capiscano.”.
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