Quali musiche ascoltava Leopardi, il genio della poesia italiana che nel suo Zibaldone dichiara di essere un grande appassionato delle sette note? Quali autori erano attivi nel tempo in cui il poeta creava le sue composizioni immortali? E’ ancora giusto parlare di “pessimismo” a proposito della sua poetica? Sono le domande a cui vuole dare una risposta la particolare conferenza-concerto “Infinito genio” proposta dal Conservatorio di Musica “Santa Cecilia” di Roma venerdì 27 settembre.
L’iniziativa, che si inserisce nell’anno del Bicentenario della creazione di una delle più belle poesie italiane di tutti i tempi, si propone di ripercorrere la vita e l’opera di Leopardi presentando la “colonna sonora” della vita del poeta, cioè quei brani che lui stesso ha ascoltato o che sono comunque stati scritti nel tempo della sua creatività artistica.
Ideata e scritta dal prof. Mario Camilletti, autore di una fortunata versione cantata de L’Infinito, e voluta dal Direttore del Conservatorio “S. Cecilia” M° Roberto Giuliani, l’iniziativa vede la partecipazione degli allievi del Conservatorio, chiamati a presentare i lavori di Rossini, Beethoven, Chopin, Mozart, Giuliani.
Per il Direttore, M° Giuliani, si tratta “di un omaggio che il Conservatorio di Musica di Roma vuole rendere al genio di Recanati, il quale ha dedicato alla musica pagine importanti del suo Zibaldone, sviluppando anche una particolare teoria musicale”.
“Intrecciare la vita di Leopardi con la musica ci aiuterà a ricostruire l’immagine di un poeta su cui per troppo tempo ha pesato l’ingiusta accusa di “pessimismo'”, ha detto il prof. Camilletti, “è ora di ripensare la nostra interpretazione della sua opera e superare certi schemi ormai obsoleti.”
L’iniziativa, unica nel suo genere e di indubbio spessore culturale, è ad ingresso gratuito.