“Senza Leopolda non sarei a Palazzo Chigi. Ma la generazione Leopolda è in posti difficili, non solo a Roma, e ci mette la faccia”. Esordisce così quest’anno Matteo Renzi all’apertura della kermesse fiorentina che lo lanciò sulla scena nazionale da ‘rottamatore’ sei anni fa. Ed è il momento delle rivendicazioni di quanto fatto, a dispetto degli “amici gufi – dice – che non passeranno un buon inverno”.
La prima serata fiorentina serve proprio a rivendicare quanto fatto e difendere il “metodo Leopolda”. “Ogni volta che prendo decisioni difficili, penso a quello che direi per giustificare le scelte di fronte al popolo della Leopolda”, racconta Renzi, che difende il carattere politico, non partitico, della kermesse, invitando le “correnti” a tenersi alla larga. Quindi partono video “scandalosamente di propaganda, come quelli dei talk show, ma in positivo”.
“Ci siamo stancati di vedere sempre video negativi, ora li distribuiamo sui social e partiamo con la propaganda”.
Si parte dal lavoro, con l’intervento di Teresa Bellanova, sottosegretario e “storica sindacalista”. E il leader Dem non manca l’occasione di una battuta sul suo burrascoso rapporto con i sindacati: “Faccio notare che apriamo con una storica sindacalista… Domani è l’anniversario dello sciopero generale, lo celebreremo con una clip”.
Ma già in un video si legge: “Essere di sinistra non è difendere i totem ideologici della sinistra”. E poi la scuola, “il campo su cui siamo più criticati”.
Non manca, naturalmente, un pensiero alle vicende internazionali: “I terroristi vogliono distruggere ciò che abbiamo e ciò che siamo”, sottolinea il premier. E allora l’unica risposta possibile, ribadisce, è “la difesa della nostra identità” e la cultura: “Non vogliamo essere dei numerini ma uomini, non delle bestie che vivacchiano”. La platea è gremita e variegata: niente bandiere di partito.
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Per domenica si annuncia però la presenza di un’ospite scomoda: Francesca Immacolata Chaouki, imputata nel processo Vatileaks. “Renzi è l’unico che può salvare l’Italia”, dichiara. “Non venga per farsi pubblicità”, commenta il ministro Graziano Delrio. E lei, piccata: “Delrio, stai sereno…”
Cosa è successo in quest’anno? Cosa stiamo facendo? Quali risultati. Approfondiremo soprattutto lavoro, economia, legge elettorale, scuola, tasse, flessibilità, cultura e turismo. Domani i ministri in question time per rispondere alle critiche e alle domande di alcuni ragazzi sul palco. E la consueta sfilata di persone speciali, che non sono vip ma persone che si impegnano nella quotidianità. Da giorni i quotidiani fanno ipotesi su nomi di possibili partecipanti.
Tengo molto – prosegue Renzi – al profilo culturale e anche alla nostra sana autoironia. La Leopolda è fatta da persone che credono molto in quello che fanno ma sanno vivere con leggerezza le proprie responsabilità, senza prendersi troppo sul serio. Sul palco il brano del libro di SaintExupery che dà il titolo alla sesta edizione recita: “Essere uomo vuol dire sentire che, posando la propria pietra si contribuisce a costruire il mondo”.
Ci sono parlamentari della maggioranza Pd e membri del governo ma per ora nessuno dei volti noti che hanno caratterizzato le edizioni del passato: “Non abbiamo invitato i famosi, piuttosto qualcuno è diventato famoso grazie alla Leopolda”.
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