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L’eredità di Luca Serianni: studenti, colleghi, studiate bene la lingua italiana e coltivatela

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È passato poco più di un anno da quando conobbi il prof. Luca Serianni, purtroppo scomparso il 21 luglio 2022. Nel corso della premiazione di un contest della Società Dante Alighieri, a Roma, a Palazzo Firenze, in cui venne selezionata inaspettatamente una mia poesia. Così, il Professore mi diede la mano, mi guardò negli occhi, e mi disse: “L’importanza della scrittura di impegno civile”. Poi venne chiamato per le foto di rito. Ma ricordo bene lo sguardo, il tono, e la sorpresa di un commento così sintetico, ma appropriato. Il discorso da lui tenuto fu memorabile, come tanti dei suoi. In Italia ci sono migliaia di poeti e di scrittori, la maggior parte non conosciuti. Ma questo non toglie nulla all’importanza e al valore della “scrittura spontanea”, come disse.

L’impegno e la dedizione che ragazzi e pensionati, lavoratori e intellettuali, giovani mamme e signore in età dedicano alla testimonianza scritta. E quell’anno, scoprii che è proprio così. Che non ci rendiamo conto di quanto sia amata e coltivata questa lingua che a volte bistrattiamo. Di quanto è profondo l’amore per i poeti e scrittori laureati ma anche no. Di quanto ottimi e sensibili autori scrivano tutti i giorni privatamente o condividendo con le proprie conoscenze. Di quanto siano importanti le società come la storica Dante Alighieri non solo in Italia ma nel mondo intero, o seguiti i piccoli o grandi concorsi letterari. Quell’anno fu anche quello in cui sostenni l’esame presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale per insegnare nelle istituzioni italiane all’estero. E mondo è la parola giusta: si studia italiano ovunque.

In Cina come in Armenia, in Turchia come in Bolivia. L’Italiano è una lingua che piace veramente, e che si studia soprattutto per passione. La lingua dell’arte, della musica, ma anche delle scienze. Al momento, si stanno svolgendo ancora altre selezioni per insegnanti all’estero. Una bellissima opportunità, che consiglio, un’esperienza emozionante. Dispiace, che ultimamente molte sedi siano state ridimensionate. Da un punto di vista stipendiale e pensionistico, non più attrattivi come un tempo, questi ruoli, anch’essi, decisamente diminuiti nel tempo. Che la figura stessa del docente assegnato a queste istituzioni stia perdendo il profilo che le è proprio. Questa è una vera grande perdita, di cui non sempre siamo consapevoli.

Così come non siamo consapevoli, senza alcuna retorica o nazionalismo, come del tutto antiretorico era il prof. Luca Serianni, dell’importanza e dell’eredità della cultura italiana nel mondo. Ai miei studenti, ai miei giovani colleghi, lo dico in tutta sincerità: studiate bene questa lingua e coltivatela. Potete trasmetterla ovunque, in scuole private e non. Potrete scrivere nei momenti belli e quelli più difficili della vita. Potete ripetere le poesie a memoria, come succede anche a me, a cinquant’anni di distanza, da quando vinsi il mio primo riconoscimento, dato dalla Società Dante Alighieri, a una bambina di terza elementare. La stessa emozione, provata stringendo la mano al prof. Luca Serianni, un anno fa. Per questo e tanto altro, grazie, Professore.

Simonetta Lucchi