La proposta della sinistra di estendere l’obbligo scolastico dai 3 ai 18 anni va commentata. Per quanto riguarda la scuola dell’infanzia l’obbligo lo metterei a 4 anni e farei iniziare la prima elementare a 5 anni, così i nostri giovani si diplomerebbero a 18 anni come gli altri giovani europei e non a 19, senza intaccare i cicli scolastici. Per quanto riguarda l’estensione dell’obbligo dai 16 anni ai 18 anni, mi sovvengono una serie di considerazioni.
La dispersione scolastica che si concentra nel biennio delle superiori non si combatte estendendo l’obbligo, anzi si rischia di aggravare la situazione , se non si introduce già dalle medie il sistema duale tedesco.
La sinistra (di cui mi sento parte, per scansare ogni equivoco) ritiene classista questo sistema. Ma deve capire che non tutti possono andare all’università, a meno che non la si consideri un parcheggio perché non si trova lavoro.
La sinistra paradossalmente svaluta il lavoro manuale che pure Marx esaltava per abbracciare un ideale borghese: privilegia gli studi teorici .Ma non tutti sono portati per la teoria. Le intelligenze sono multiple e altri sono portati, senza fare classismo, per studi più pratici. La disaffezione allo studio (teorico) inizia alle medie e prosegue alle superiori con l’abbandono.
Se non si comprende questo, i dati della dispersione scolastica continueranno a crescere…
Eugenio Tipaldi
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