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Lettera a un ministro dopo sconcertanti dichiarazioni

Ho ascoltato con sconcerto, ma non certo con sorpresa, le affermazioni del Ministro Bussetti esternate ad Afragola. Personalmente, ritengo che tali parole costituiscano il classico luogo comune dal leghista medio che non ha mai varcato la linea del Po (quei pochi che lo hanno fatto, si sono resi conto di quanto diversa e amara sia la realtà meridionale).

Sono invece parole inaccettabili da un Ministro che sarebbe tenuto a sapere che i 2/3 dei 150.000 tagli portati avanti dal governo Berlusconi con la Legge 133/2008 (riforma Gelmini) sono stati pagati dal Sud, che al Sud solo l’11% dei bambini può fruire del tempo pieno (al Nord il 38%), che oltre il 70% degli edifici scolastici del Sud non è a norma, che le note difficoltà economiche in cui versano i comuni del meridione impediscono un ampliamento dell’offerta formativa e una maggiore qualità di sviluppo socio-culturale attraverso progetti, così come avviene nella stragrande maggioranza dei comuni del ricco Nord.

Tuttavia, ciò non ha impedito a molte scuole del sud di diventare poli d’eccellenza che, a volte, hanno costituito un modello da seguire in campo nazionale ed europeo. E tutto ciò è stato certamente possibile anche grazie allo  spirito di sacrificio e abnegazione del corpo docente del sud. Peraltro, se solo il Ministro avesse pensato di fare meglio il proprio lavoro e si fosse documentato, con un minimo sforzo di lettura avrebbe scoperto che oltre la metà dei docenti del nord sono meridionali e magari si chiederebbe come mai al Nord si ottengono risultati diversi.

E allora forse capirebbe, oltre al fatto che al nord non si potrebbero neanche tenere aperte le scuole senza i docenti meridionali, che lavorare a Trento non è esattamente la stessa cosa che lavorare nel quartiere Librino di Catania, allo Zen di Palermo o a Napoli Scampia.

E che fare il docente è certamente molto gratificante, ma anche impegnativo (anche se certamente meno remunerativo) che stare seduto su una poltrona di Viale Trastevere a pontificare. Ciò detto, anch’io, da docente mi aspettavo da parte del Ministro lavoro e impegno. Ad oggi ho visto solo proclami inutili, affermazioni cui non sono quasi mai seguiti i fatti e, da ultimo, vuoti e sterili pregiudizi.

Pertanto, egregio Ministro, Le suggerisco di porgere immediatamente le sue scuse all’intero corpo docente meridionale e di dimettersi perchè la scuola italiana e i suoi docenti meritano alla loro guida persone capaci, equilibrate e rispettose.

Carlo Priolo

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