I lettori ci scrivono

Lettera ai futuri parlamentari della scuola: non fate promesse che dopo il 25 settembre non potete più mantenere

Cari aspiranti parlamentari,

tra poche settimane si concluderà la campagna elettorale per le elezioni del Parlamento Italiano (Senato della Repubblica e Camera dei Deputati). È un momento importante per il futuro del nostro Paese. Purtroppo l’’economia italiana è in sofferenza, che il PIL faticherà a crescere per l’inflazione ormai senza controllo, per l’energia e il gas alle stelle e quindi i prossimi mesi saranno, per le previsioni, molto duri. 

Questa è la realtà, ossia la percezione dei cittadini è ben diversa dalla politica, in quanto molte famiglie sono in preda della disperazione per la disoccupazione, vivono in uno stato di povertà relativa che si sta trasformando in assoluta, devono stare attenti alle spese altrimenti non arrivano a fine mese, anzi possiamo dire che entro la metà del mese già faticano a far fronte alle molteplici voci di spesa. Osservate, cari aspiranti deputati e senatori, il Paese reale, rendetevi conto aprendo gli occhi qual è la condizione della popolazione italiana.

Non fate, solito more, in questo periodo promesse mirabolanti e allucinanti che dopo il 25 settembre 2022 vi accorgerete che non potete più mantenerle. Siate leali con i cittadini, soprattutto in questo momento storico e difficilissimo, altrimenti questo Paese andrà allo sfascio totale. Tuttavia dovete, cari aspiranti che siederete nelle aule del Parlamento italiano prendere in mano (ma veramente a cuore se volete bene all’Italia) i destini di questo Paese e traghettarlo completamente fuori dall’incertezza garantendo a tutti i cittadini un minimo di dignità sociale ed economica. Ricordatevi, però, che l’unica forza trainante della Pubblica Amministrazione per far camminare l’Italia e che è in grado di far crescere il nostro Paese è la scuola. I dirigenti scolastici, gli insegnanti, il Personale ATA, alunni e genitori rappresentano tutti insieme la “spina dorsale” dell’Italia perché rappresentano la forza viva della società.

Agli insegnanti, soprattutto è affidato un compito importante: preparare le nuove generazioni ad affrontare le sfide del futuro, ma per fare questo hanno urgentemente bisogno di sostegno, di fiducia, di incitamento, di passione. Cari politici, la scuola che avete disegnato finora non è la scuola giusta, equa. Le riforme finora approvate hanno fatto imbestialire gli insegnanti perché le hanno ritenute irrispettose e lesive della loro dignità professionale, andando soltanto ad aprire nuove crepe in una istituzione che sta crollando come sistema di istruzione e formazione. Dovete capire, cari aspiranti parlamentari, che gli insegnanti non vanno premiati con mance e mancette, ma vanno valorizzati professionalmente e quindi, in una sola parola: vanno rispettati.

E il rispetto, purtroppo, è ben lontano dal vedersi e la cartina di tornasole è rappresentata dalla trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro che stenta a giungere a conclusione perché si vuole offrire alla figura del docente una irrisoria somma. Questa, cari futuri deputati e senatori, è un’offesa alla professionalità dei docenti che si sentono ancora di più derisi, sbeffeggiati vilipesi, amareggiati, La verità è che la classe politica del nostro Paese non ha mai messo piede nelle aule, non ha mai visto cosa significa lavorare negli istituti di frontiera, non ha mai visto cosa vuol dire stare a contatto con i ragazzi difficili nelle classi, non ha mai visto come molti insegnanti lavorano con passione e impegno veramente encomiabili. Entrate nelle scuole, cari politici, parlate con i docenti e vi renderete conto come la scuola italiana merita molto di più di come è conciata ora. Ve lo diciamo noi: è conciata veramente male. Ha bisogno di un serio rilancio con fatti concreti e non parole!

Mario Bocola

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