Sono uno studente di quinta superiore e come molti di voi negli ultimi giorni ho avuto modo di conoscere le più svariate proposte relative all’Esame di Stato che si dovrebbe tenere nel prossimo mese di giugno (le settimane trascorse mi hanno insegnato che il condizionale in taluni casi è obbligatorio più che opportuno…). Studenti di ogni regione, età ed estrazione hanno giustamente avanzato critiche e richieste, mostrato la propria difficile condizione e le proprie esigenze: da chi sostiene a gran voce l’abolizione integrale a chi non può rinunciare alla prova tripartita.
Sicuramente in una situazione di grande emergenza il Ministero ha mostrato alcune lacune talora gravi che si sono tradotte in incertezza e spaesamento per l’intero mondo della scuola, dal quale si sono levate forti critiche raramente biasimabili.
Tuttavia per quanto riguarda noi alunni, e in particolar modo noi maturandi, credo sia opportuno adottare un punto di vista diverso e chiedersi al contrario cosa possiamo fare noi per superare questa grave situazione.
Siamo in emergenza ed emergenza significa una situazione particolarmente fuori dall’ordinario. Di conseguenza ciascuno deve saper rinunciare alle proprie consuetudini e adattarsi, fare un passo in più, andare oltre. Bisogna venirsi incontro e raggiungersi, senza attendere che sia l’altro a muovere i primi – o ancor peggio tutti – i passi.
In poche parole, ognuno deve sapersi dimostrare maturo. Sì, ci vuole maturità, quella che inseguiamo in mezzo milione senza riuscire a scorgerla all’orizzonte. E allora, perché non dimostrare di averla già raggiunta? Se ci sarà chiesto di tornare in classe, torneremo.
Se ci sarà chiesto di svolgere tre prove, le svolgeremo. Se ci sarà chiesto di essere interrogati per un’ora o preparare un percorso interdisciplinare, arriveremo preparati. Da casa o a scuola, con la mascherina o via Skype, noi saremo pronti.
Dobbiamo semplicemente far emergere una qualità spesso nascosta quanto eccelsa: lo spirito di adattamento. Sono ancora molto giovane e non mi è dato saperlo con certezza ma credo che nella nostra vita sarà molto più importante la nostra capacità di risposta di fronte alle difficoltà (quell’abilità che oggi chiamiamo “problem solving”) rispetto a qualche punto in più sul diploma.
Sia chiaro, sono l’ultima persona al mondo che si accontenta, e in questi cinque anni mi sono battuto ogni giorno per raggiungere sempre il massimo risultato. Tuttavia giunge il momento di capire che cosa sia realmente importante e mettersi in gioco. Una delle difficoltà più importanti che si incontrano negli anni scolastici è saper mantenere sempre alti la guardia e l’impegno e ciò si è rivelato chiaramente ancora più complesso negli ultimi due mesi: tra i continui rinvii, la vita sociale annullata, la massima incertezza generale e la fatidica DAD, “perdere il ritmo” è la cosa più scontata.
Eppure è proprio ora che si riconosce chi è veramente maturo, chi sa organizzarsi e portare avanti il proprio impegno senza distrazioni o alibi. Solo ora posso riconoscere veramente quale sia il mio grado di autonomia, quali siano le mie reali capacità.
Allo stesso tempo è comunque necessario e corretto riconoscere come attualmente vi siano inevitabilmente circostanze particolarmente estenuanti che esulano da un giudizio simile, quali ad esempio la completa assenza di mezzi a disposizione.
Vorrei comunque rivolgere un invito a tutti i miei coetanei che aspettano con ansia cosa accadrà nei prossimi mesi: è giusto esigere che i propri diritti vengano rispettati, ma è altrettanto necessario allargare i propri orizzonti e capire come le problematiche attuali siano infinite e la maggioranza di esse non sia appuntabile a nessuno.
Affrontarle tutte richiede tempo e risolverle spesso implica la rinuncia da parte di tutti di una parte più o meno grande delle proprie prerogative. Nel nostro piccolo possiamo fare la differenza, possiamo mostrare le nostre capacità e adattarci. Abbiamo una possibilità che nessuno ha mai avuto prima: dimostrarci maturi prima ancora di sederci di fronte alla nostra commissione.
Non so voi, ma io mi sento pronto.
Davide Magliano
IIS Ettore Majorana, Moncalieri (TO)