Chiar.mo sig. Ministro Bianchi, mi permetto di scriverLe, in qualità di genitore e di Presidente del Consiglio di Istituto del liceo “Alfano I” di Salerno. Le premetto di essere stato, da sempre, “innamorato” della scuola. Perché alla scuola devo tutto quello che sono. La scuola mi ha permesso di essere un uomo libero, di poter pensare, scrivere, leggere, viaggiare; di poter costruire e sostenere una famiglia.
La scuola mi ha accettato, nonostante le mie umili origini; nonostante il mio quartiere popolare; nonostante non avessi una casa di proprietà; nonostante non avessi “giacca e cravatta”. Nonostante tutto….. La scuola mi ha messo “alla pari” con gli altri e mi ha chiesto solo di studiare. Ed allora, sig. Ministro, la discussione non dovrebbe essere sul prolungamento del calendario scolastico, ma l’obiettivo dovrebbe essere quello di riportare la scuola, con i suoi valori, al “centro del villaggio”.
Ripensare alla scuola come organo centrale della Democrazia. Riaffidare alla scuola il compito di formare le coscienze e di “consegnare”alla società persone oneste e leali. Ma, oggi, mi creda, sono deluso ed amareggiato. Questa “insistenza” sul rientro in presenza, a un mese dalla conclusione dell’anno scolastico, ed ancora in piena pandemia, è francamente inspiegabile. In questa fase, la Dad è l’unico strumento che può riuscire a conciliare il diritto alla salute e il diritto all’istruzione. L’obiettivo dovrebbe essere quello della ripartenza, a settembre, in sicurezza.
Ed occorre, nel contempo, preparare una riforma seria della scuola che coinvolga, in modo costruttivo, tutte le componenti del mondo scolastico. È necessaria una collaborazione che parta dal rispetto dei ruoli e da un leale confronto. Un rapporto collaborativo può avere ripercussioni positive sul rendimento scolastico dei ragazzi e sul futuro sociale della nostra Nazione. I nostri figli non devono essere considerati meri “numeri’ o un “rischio calcolato”. Sono Persone che devono frequentare la scuola, in sicurezza, per essere liberi. Uomini liberi e donne libere. Venga a Salerno, sig. Ministro.
La pandemia ha messo a “dura prova” le nostre risorse fisiche, mentali ed economiche. Ma i ragazzi, i nostri figli, hanno reagito. Sono riusciti a trovare “…..un equilibrio sopra la follia..”. E tutto questo, anche grazie alle famiglie e ai docenti. Perché la scuola non si è mai fermata. Aiutiamo questi ragazzi a pensare, a sognare, a portare avanti le loro idee. Perché le idee sono come le farfalle, a cui non puoi togliere le ali; le idee sono come le voci delle nostre madri, che non ascoltiamo più, ma che teniamo dentro di noi.
Non disperdiamo le nostre energie su un rientro in presenza, a conclusione dell’anno scolastico. Guardiamo avanti. Pensiamo in Grande. Leggiamo e sfogliamo, insieme, le pagine della nostra vita. Perché, riprendendo, sommessamente, una frase del grande giurista Piero Calamandrei: “Se si vuole che la Democrazia prima si faccia e poi si mantenga e si perfezioni, si può dire che la scuola, a lungo andare, è più importante del Parlamento, della Magistratura e della Corte Costituzionale”.
Sig. Ministro, creiamo le condizioni per sognare ed emozionarci nuovamente, attraverso una svolta sociale e culturale. Operiamo un rinnovamento nel “mondo” della scuola, valorizzando i “talenti” e le competenze che abbiamo. Non ci deluda, sig. Ministro. Non lo meritiamo e non lo meritano i nostri figli. La ringrazio per l’attenzione.
Antonio Montuori (Presidente Consiglio d’Istituto liceo “Alfano I “di Salerno)
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