I lettori ci scrivono

Lettera al ministro dell’Istruzione

Gentile Ministra,

ho provato a contattarLa diverse volte nel corso degli ultimi sette mesi, ma non ho mai ricevuto riscontro. Sono partita chiedendo di Lei dal territorio fino ad arrivare a provare ad utilizzare questo canale informale dei social.

Sono una docente precaria di inglese e docente a contratto per diversi corsi dell’ Università del Piemonte Orientale.

Insegno da dieci anni e non sono ancora di ruolo perché ho investito, come Lei, sulla mia formazione, solo ho fatto scelte diverse dalle Sue, non per questo sbagliate o di scarsa qualità.

Sono una laureata in lingue e ho trascorso più di quattro anni in Cina come docente prima e, poi, anche come direttrice di una scuola di lingua italiana, la SenMiao School di Shanghai. Ho insegnato italiano a studenti cinesi che si sono poi iscritti ai Progetti Marco Polo e Turandot. Anni che mi hanno regalato tante gioie, soddisfazioni e anche difficoltà. Anni che mi hanno fatta crescere umanamente e professionalmente, anni che mi hanno regalato un bagaglio di esperienze che cerco, ogni giorno, di trasmettere ai miei ragazzi.

Non ho mai smesso di formarmi fin da quando mi sono laureata, ma nel corso degli ultimi sei anni non ho avuto la possibilità di abilitarmi e diventare una docente a tempo indeterminato nel mio Paese. Nonostante questa vita precaria che molto spesso mi crea ansia e dubbi, ho scelto di non ripartire e di restare qui. Alla domanda dei miei ragazzi: “Prof, ma Lei il prossimo anno è con noi?” non posso che rispondere e dire: “Non lo so, ragazzi. Speriamo”. Ogni anno, la stessa domanda e, ogni anno,  sempre la stessa risposta.

Cara Ministra, in questo momento così difficile per il nostro Paese, non posso non pensare ai miei ragazzi e sono certa che ci siano centinaia di migliaia di colleghi che condividono il mio pensiero. Mi chiedo come questa situazione stia cambiando la loro vita da adolescenti spensierati e come questa situazione li accompagnerà nel loro percorso di vita all’età adulta. Penso ai miei ragazzi di quinta che “vedo” due volte a settimana e con cui porto avanti un programma per l’esame. Mi fanno tenerezza e io, tante volte, li guardo sullo schermo del pc e mi sento in colpa. In colpa perchè non mi sembra di riuscire a trasmettere abbastanza, trasmettere non contenuti, ma la forza che hanno bisogno in questi momento. Sono preoccupata per i miei allievi più giovani perché sono consapevole che la scuola va stretta a diversi di loro, quei banchi dove siedono controvoglia, ma che possono fargli capire con una parola, con un sorriso, con una sgridata quanto importante sia l’istruzione.

Mi appello a Lei Ministra per ricordarLe che il nostro gruppo “Insegnanti Formati e Preparati” Le ha inviato una proposta che pensa al reclutamento del personale mettendo al centro i nostri allievi; una proposta che punta ad una formazione di qualità. Questo Paese ha bisogno di insegnanti formati e preparati. E Lei, quale formatrice e collega, sa benissimo che la formazione non può essere testata con un concorso a crocette. A quando questo concorso? Le nozioni nel nostro lavoro sono solo una parte di quello che portiamo in classe ogni giorno e non bastano ad accompagnare i ragazzi nel loro diventare adulti responsabili e consapevoli. Lo pensavo prima e mai come oggi ne sono assolutamente convinta.

Le chiedo di riprendere in considerazione quelle quarantatré pagine di proposte, di permetterci di svolgere un percorso di formazione in modalità blended, gestito dal Ministero e che porterebbe nella casse di un Paese in ginocchio quasi mezzo miliardo di euro. Riutilizzate i soldi della nostra formazione per la Scuola. Certo, ci sarebbero delle spese da sostenere per i contratti di docenza e la piattaforma per i corsi online, ma chiediamo un percorso che porti anche il nostro sistema di istruzione a respirare un po’.

Non si tratta di una sanatoria, ma di un percorso che pensa al bene di tutti, prima di tutto dei nostri allievi; allievi che meritano di avere insegnanti formati. Mesi fa avrei scritto: insegnanti formati e al passo con l’Europa; oggi, invece, scrivo insegnanti formati, al passo con l’Europa e pronti a sostenere i nostri ragazzi come mai nella storia è successo.

Beatrice Leoni

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