Gentile Ministro Valditara,
sono un docente di sostegno della scuola secondaria di secondo grado, titolare a Bergamo ed in assegnazione provvisoria in Calabria. Sono altresì abilitato all’insegnamento delle discipline giuridiche ed economiche, essendo laureato in Giurisprudenza ed avendo esercitato per un periodo la professione di avvocato. Pur non essendo un sostenitore del centrodestra, al contrario provengo da una famiglia di altra tradizione politica, voglio confidare, senza pregiudizi, nell’importanza della locuzione “Merito” che è stata aggiunta al Ministero dell’Istruzione.
“Merito” è una parola ritornata di moda di questi tempi. La prego, però, sig. Ministro, non la faccia rimanere come un bell’oggetto in vetrina, le conferisca la dignità che le spetta, sia per noi docenti, sia per gli alunni. La scuola, con le riforme degli ultimi anni, è stata trasformata in un’azienda, perdendo inesorabilmente ogni contenuto educativo. La scuola è diventata, in tanti casi, un parcheggio per gli studenti e, gli istituti scolastici, pur di fare numero, trattano gli iscritti come clienti di un albergo.
La funzione del docente non è più quella di dare strumenti per arrivare alla conoscenza e al sapere, per costruire un cittadino modello, al contrario il docente è sempre più impegnato in progetti, in obblighi formativi, in attività spesso inutili che hanno come unico scopo far ottenere finanziamenti alle istituzioni scolastiche. I dirigenti si preoccupano solo di realizzare numeri senza alcuna attenzione all’educazione degli alunni.
Si parla di abilità, di competenze, dimenticando il passaggio essenziale dalla strada maestra della conoscenza, senza la quale tutto è vacuo. Le Linee Guida del Miur intervengono in modo spregiudicato sulla libertà di insegnamento garantita dalla Carta Costituzionale, prescrivendo metodi e strategie lunari e lontane dalla realtà, a scapito della preparazione degli alunni che oramai hanno acquisito il “diritto alla promozione” sempre e ad ogni costo.
Il livello d’istruzione si è abbassato per tutti, non solo per gli studenti. È un paese normale quello in cui viene consentita l’abilitazione in Spagna e in Romania all’insegnamento della disciplina, attraverso enti, purtroppo anche accreditati al Miur, che operano in un vero e proprio mercato di titoli, la cui acquisizione non ha nulla a che vedere con le modalità di svolgimento dei corsi abilitativi effettuati in Italia? È normale un paese che equipara la specializzazione sul sostegno conseguita in Italia a quella conseguita in Spagna e Romania? Siamo sicuri che la selezione dei futuri docenti avvenga nello stesso modo? Siamo sicuri che le tante università private che nascono ogni giorno in Italia conferiscano le lauree attraverso un’attenta e rigida selezione come avviene nelle università pubbliche?
Ecco sig. Ministro, mi auguro che il “merito” di cui tanto si parla, già comunque previsto nella Costituzione all’art. 34, sia veramente realizzato. Non trovo scandaloso, anzi lo ritengo giusto, che al più alto grado degli studi pervengano i “capaci e i meritevoli”, ai quali, in caso di difficoltà economica, vengono garantiti dallo Stato i mezzi di sostentamento.
La prego, pertanto, sig. Ministro, poiché il “merito” è considerato importante, di voler rivedere, in primis, le modalità di reclutamento dei docenti, sradicando la pratica delle abilitazioni all’estero, di eliminare pseudo università che garantiscono poltrone ma non danno alcuna istruzione, di ridare dignità al ruolo dei docenti che, al di là delle belle parole, inventate dalla cosiddetta scuola delle competenze, sono degli educatori e non dei burocrati al servizio della scuola – azienda. Se il “Merito” di cui parla fa riferimento a questo, tanti bravi insegnanti le saranno riconoscenti e capiranno di essere stati solo troppo diffidenti verso quella nobile locuzione aggiunta alla parola Ministero.
Giuseppe Racco
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