Sono Vincenzo Borelli, un docente precario da quattro anni nella scuola Secondaria di II grado. Sono nello stesso tempo un Dottore di Ricerca, che per amore della disciplina di cui mi nutro, vorrebbe trasmettere non solo le mie conoscenze, ma anche la passione verso le scienze naturali e la biologia ai miei studenti. Oramai, alla soglia di 36 anni, passando da un precariato all’altro, urge l’esigenza di una stabilizzazione che mi permetta di sostenere la mia famiglia.
Le scrivo, con la speranza che non sia un messaggio in una bottiglia di vetro dispersa nell’oceano, ma che la mia domanda, la mia storia, cosi come quelle di centinaia di docenti precari come me, possa essere ascoltata da Lei, e non rimanga sorda come sta facendo il Ministro dell’Istruzione Azzolina, a cui più volte ho scritto, senza ricevere un briciolo di compassionevole risposta.
Aldilà di ogni schieramento politico, vista la mia situazione di precarietà, non mi sento di biasimare ne di elogiare nessun partito, nessun leader, nessuna ideologia, semplicemente chiedo, come credo lo vorrebbero centinaia di altri precari, di far luce sulla situazione in cui riversiamo noi precari storici della scuola, taciuta da molti, cosi come in primis dal nostro Ministero dell’Istruzione.
Infatti, il ministro Azzolina con una retorica bieca, con una demagogia da far venire i brividi, continua a vantarsi, di voler bandire un concorso che assicurerà la stabilità a centinaia di precari. Per l’esattezza un concorso “straordinario” sarà bandito SOLO per 24 mila posti, ma i precari storici, che ogni anno, con dei contratti annuali reiterati che vanno da settembre a giugno/agosto, sono circa 70.000, dato che il Ministero non sottolinea mai, nelle varie trasmissioni/giornali. Inoltre, la cosa fondamentale, è che il Ministro, bandirà sì un concorso, ma che sarà selettivo (a suo dire “per merito”, se veramente, il merito di un docente si possa valutare attraverso le modalità che lei ha stabilito) ovvero… attraverso un test selettivo di 80 domande in 80 minuti, si deciderà della sorte e del lavoro di centinai di “poveri” precari storici della scuola. Nessuno mette in dubbio la validità di bandire un concorso, ma si mette in dubbio e la coscienza politica e sociale di bandire un concorso selettivo per precari da più di 36 mesi, che secondo le direttive Europee dovrebbero essere formate e poi stabilizzate, non mandate a casa attraverso una modalità bieca e cinica.
Senza tener conto, di quanto ci indica la nostra Costituzione, come anche recentemente una sentenza della Corte Costituzione ha confermato, della validità di poter bandire concorsi per titoli ed esperienza, per assicurare il diritto al lavoro, su cui la nostra Repubblica si basa.
Allora io Le chiedo Presidente, e chiedo al Ministro, ma tutti i restanti docenti che non passeranno questo “terno al lotto”, che fine faranno o eventualmente io farò? Questa domanda vorrei che si facesse al Ministro Azzolina.
Tali docenti che, nonostante per anni abbiamo sostenuto la scuola pubblica statale, per assurdo, molti di noi, a causa di un test a crocette saremo considerati da li in poi “incompetenti”, degli “abusivi” di merito, degli “sciacalli” di un posto che hanno svolto per anni senza merito, persino io, cosi come anche altri, che hanno in mano il titolo più alto dell’Istruzione, ovvero un Dottorato di Ricerca.
Essi dovranno, quindi, cambiare lavoro dopo anni di esperienza, eh si per la Ministra, questo è e sarà. Ma non solo, paradossalmente, vista l’emergenza di organico che ci sarà a settembre per l’avvio del nuovo anno scolastico, o per il ritardo nell’espletamento di tali procedure concorsuali, il Ministro, questi stessi incompetenti li utilizzerà di nuovo a settembre, per supplire alla mancanza di organico.
Perché allora non assicurare una formazione a tutti questi docenti che da anni servono lo Stato, qualora un concorso “a crocette” li abbia considerati non competenti/idonei? Perché per una ripicca personale il Ministro ha questo astio ed odio nei loro confronti?
É facile fare una comunicazione incompleta, e spero che la Sua sensibilità politica, fornisca un servizio pubblico completo e democratico, che sia scevro da retorica e informazioni incomplete.
Vincenzo Borelli