Lettera aperta del Coordinamento Nazionale Scienze della Formazione Primaria Nuovo Ordinamento al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, alla Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, al Ministro della Salute, Roberto Speranza, ai Presidenti di regione e ai sindacati.
Con il nuovo DPCM, in vigore dal 26 ottobre 2020, si promuovono azioni mirate al contenimento della diffusione del virus, che in questo momento sta avendo una crescita esponenziale. La scuola primaria sembra non essere minimamente toccata dal DPCM, eppure il virus arriva anche lì, tra studenti, studentesse, insegnanti, personale educativo e ATA.
È inutile negare che, nonostante la responsabilità e l’attenzione di tutto il personale scolastico, i criteri di distanziamento sono difficilmente raggiungibili in questa fascia d’età e a volte gli spazi insufficienti.
Non si vuole una scuola chiusa, ma si rivendica il diritto all’istruzione e alla salute, perché alcune semplici misure adottabili al di fuori della scuola, come il distanziamento, sono difficilmente garantibili all’interno degli edifici scolastici, mentre altre previste sempre al di fuori, come la mascherina, non sono previste nell’aula scolastica, in cui mediamente coabitano 22 persone per 8 ore al giorno.
L’insegnante, per svolgere il suo ruolo educativo, formativo e relazionale, deve necessariamente avvicinarsi al discente e trovare strategie individualizzate per assicurarsi che il processo di insegnamento-apprendimento sia autentico.
Indossare la mascherina allora è un obbligo, che non tutti gli alunni riescono a rispettare, come quando si girano o si alzano dal banco. L’insegnante di scuola primaria è un professionista che non vuole rinunciare alla didattica in presenza, ma che vorrebbe tutelare i propri alunni, le loro famiglie ed essere tutelato come lavoratore.
Per risolvere le criticità emerse in questo mese dall’esperienza scolastica si chiede che:
– gli alunni portino la mascherina, anche al banco;
– si dividano le classi in due turni (antimeridiano e pomeridiano – a turnazione) da 4 ore al giorno per garantire un reale distanziamento;
– l’educazione motoria si svolga all’aperto e con il dovuto distanziamento.
Dal Governo, che a marzo ha avuto il coraggio di attuare un lockdown rigoroso per fronteggiare la prima ondata di questa epidemia, ci si aspetta che le misure sopra descritte siano attuate.
Non è mai troppo tardi per contrastare il fenomeno dei contagi all’interno della scuola e finché non sarà possibile tornare a una “normalità”, si ipotizzano soluzioni che permettano di tenere insieme il diritto all’istruzione e quello alla salute.
Coordinamento Nazionale Scienze della Formazione Primaria Nuovo Ordinamento
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