Caro Renzi, poche righe per esprimerle un disagio, il mio, a non poterle evitare una pessima figura che, se fosse stato dotato di senso di umiltà, non avrebbe avuto ragione d’essere. Mi rendo conto ti trovarmi di fronte a lei che, circondato da yesmen e yeswomen, non riesce minimamente a contemplare la possibilità che un essere umano possa ostinatamente difendere la propria dignità ed integrità e dirle un bel NO.
Ebbene, dovrà farsene una ragione: io appartengo fieramente a questa categoria.
Mi ritroverà ostinatamente ferma in questo assurdo braccio di ferro che mai avrei pensato di dover intraprendere con lei. Mi spiego: rilevo il 2 luglio 2016 che il bonus per la formazione di € 500,00, che a suo tempo le restituii con bonifico in data 23.10.2015 spiegando i motivi sottesi a tale gesto, sono stati riaccreditati nuovamente sul mio conto.
Orbene, tralasciando la violenza insita in tale gesto, che si traduce in una ingerenza d’ufficio in un conto corrente personale (mi spiego: non è poi repentina la probabilità, a questo punto, che d’imperio lei possa prelevare dallo stesso conto qualsiasi cifra per qualsiasi ragione “politica”) alla luce del nostro blocco contrattuale che perdura dal 2009, con una perdita a docente di € 6.000 ca, delle due cose l’una: o si decide a sbloccare il contratto e a risarcire TUTTI I DOCENTI di quanto perso in sette anni oppure se lo riprende questo bonus di 500€.
Che vogliamo fare? Come ogni buon docente sa, ogni studente ha bisogno dei suoi tempi per elaborare ed introiettare i concetti. Faccio appello, pertanto, alle mie capacità professionali e la lascio ai suoi tempi: rifletta, ponderi ed elabori le sue conclusioni.
Una sola preghiera: si astenga dal mettere nuovamente mano al mio conto corrente perché la mia pazienza non è infinita