Lettera aperta ai relatori del DdL di riforma della scuola

Vogliamo rappresentare la preoccupazione dei  900 Dirigenti Scolastici firmatari della petizione: “Noi Dirigenti pubblici delle Istituzioni scolastiche statali”  in merito ai paventati emendamenti  agli art.li 9 e 10 del DdL 1934 “La Buona scuola”, in esame presso la VII Commissione Istruzione al Senato della Repubblica, che prevedono  novità  riguardanti la definizione delle funzioni dei dirigenti scolastici.

In particolare ci preme sottolineare come: l’ introduzione della norma per cui un Dirigente Scolastico non possa assumere più di due incarichi consecutivi nella stessa sede e che sembrerebbe  giustificata con le necessità di: a)  introdurre per i DS  la stesa regola già prevista per  gli altri Dirigenti Statali; b) diffondere, mediante la rotazione dei DS le migliori pratiche nelle scuole, rappresenti   un fatto altamente discriminatorio nei nostri confronti e possa comportare  un notevole danno  per le scuole.

L’ equiparazione normativa con gli altri Dirigenti pubblici,  relativa al limite degli incarichi, non è, infatti, controbilanciata  dall’  equiparazione di trattamento economico che pur è richiesto da anni e che spetterebbe ai DS dal 2001/D.L.165;

la diffusione delle “buone pratiche” – che normalmente avviene nei nostri territori attraverso le reti di scuole e le conferenze di servizio, specificamente finalizzate  alla loro  disseminazione  –  non  giustifica il fatto che un Dirigente scolastico  che abbia dimostrato  capacità di promuovere  e gestire “buone pratiche” e senza alcun demerito, non possa permanere nella sede di appartenenza, ma debba iniziare un nuovo incarico in altra istituzione con   pesanti ipoteche, considerando i tempi di conoscenza e adattamento necessari per agire con efficacia nel nuovo contesto, i notevoli aggravi di lavoro  e senza  che sia garantita alcuna promozione stipendiale. Se la governance funziona in una scuola e anche in ragione di anni di duro lavoro e continui miglioramenti introdotti dal DS, per quale ragione lo stesso non dovrebbe essere riconfermato? Preme ricordare che, nel nostro caso, non si lascia solo una  scrivania, ma un’intera comunità scolastica generalmente composta da più di 100 dipendenti e da migliaia di utenti con cui normalmente si instaurano rapporti interpersonali diretti. Appare del tutto singolare, inoltre, come solo in questa circostanza dovrebbe venir meno quella specificità della scuola come “comunità educante” che si richiama, invece, quando  ci viene negato  l’inquadramento nel ruolo unico, con l’argomentazione che alle Istituzioni potrebbero essere assegnati  Dirigenti non provenienti dal mondo della scuola.

La proposta che prevede il rinforzo del  Corpo ispettivo per una più adeguata e puntuale valutazione dei Dirigenti scolastici pur corretta nella finalità, non trova, a nostro avviso, il giusto corrispettivo in un quadro consolidato e coerente per la  “valutazione” di tutti i soggetti che operano nell’ Istituzione scolastica a partire dai docenti. I Dirigente scolastici sarebbero, infatti, giustamente  valutati da  Ispettori tecnici (che tra l’altro, pur occupandosi di scuole, godono del trattamento economico della Dirigenza statale), mentre  la valutazione dei docenti avverrebbe tramite un comitato composto da altri docenti e assolutamente sbilanciato con un DS in minoranza numerica e senza altre componenti. (vedi ulteriore proposta emendativa al DdL  1934).

Ci preme segnalare, inoltre, come in entrambe le proposte emendative sarebbero utilizzati “due pesi e due misure” con  grave danno   per la nostra categoria e  la scuola tutta.

 

– Risulteremmo, infatti,  equiparati ai Dirigenti statali,  solo per la rotazione  degli incarichi, ma non per l’ inquadramento economico; si reclama la nostra esclusione dal  ruolo unico della dirigenza statale in nome della  specificità dell’Istituzione in cui operiamo e da cui dobbiamo  essere necessariamente reclutati ma   la stessa specificità viene meno quando si profila lo spostamento dopo due mandati dalla Comunità scolastica di appartenenza e questo accade mentre si  propone, di omettere dal DdL il previsto  incarico a termine per i docenti  (vedi altro intervento emendativo previsto sul DdL 1934);

 

– Saremmo valutati da Ispettori tecnici sopraordinati, mentre, i docenti, verrebbero esaminati da pari grado,  nello sbilanciamento della composizione dell’Organismo preposto e in assenza dei rappresentanti dei genitori e degli studenti.  

 

Come avviene in altri Paesi europei,  la valutazione dei docenti  dovrebbe essere effettuata dal Dirigente scolastico o comunque da uno o più soggetti  sopraordinati allo stesso docente.

 

C’è, inoltre, da considerare che la revisione apportata alla Camera dei deputati  all’art.2 del citato DdL, determina, nell’attuale versione, confusione  nella sequenza  di “ azioni/poteri” collegati al Piano triennale che con le nuove attribuzioni (autonomia, organici,  premialità) assume caratteristiche ben diverse dal tradizionale Piano dell’offerta formativa. In tal senso, anche al fine di  evitare futuri contenziosi,  occorrerebbe ricollocare i “poteri” e le conseguenti azioni nella corretta sequenza: il C.d.I. (come organo di indirizzo)  fornisce il quadro generale di riferimento; il Collegio docenti (come organo tecnico  per  l’offerta formativa), interviene nell’ambito dei compiti già assegnati nel T.U.; il Dirigente scolastico elabora il piano triennale sostanziandolo dei propri indirizzi/scelte organizzativo – amministrativo – gestionali; il C.d.I. lo condivide e lo delibera.

 

Gentili Onorevoli,  ci preme farvi notare come  l’introduzione di ulteriori emendamenti al DdL “La buona scuola” ne stia indebolendo l’impianto riformatore originario, snaturando con modifiche che depotenziano il ruolo del Dirigente scolastico, uno dei principali indirizzi che il Governo si era posto per il “cambio di rotta” nella scuola italiana. Sarebbe ora di porre un limite alle  infinite richieste dei docenti e delle loro rappresentanze che sembrano avere come unico scopo quello di “accerchiare” e “depotenziare” il nostro ruolo rendendo insopportabile il prezzo che si sta facendo pagare alla nostra  categoria.

 

Gentili Onorevoli, per quanto sopra esposto, ritenendo le citate proposte emendative  previste per gli art.li 9 e 10 del  DdL 1934,  illogiche, contraddittorie  e punitive nei confronti dei Dirigenti scolastici Vi chiediamo, a nome dei sottoscrittori la petizione allegata, di riconsiderare l’opportunità di sostenerle in quanto lesive della professionalità e della dignità  dei Dirigenti pubblici delle Istituzioni scolastiche statali.

I lettori ci scrivono

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