Reverendo mons. Bassetti, da alcuni giorni leggo e rileggo l’Intesa che Lei ha firmato assieme alla Ministra Azzolina. Più rileggo l’Intesa più mi convinco, e con me tanti colleghi, che chi ha preparato il testo ha voluto intenzionalmente omettere di specificare il valore abilitante dell’idoneità diocesana penalizzando così migliaia di insegnanti e compromettendo il rapporto tra gli stessi e i loro vescovi.Il valore abilitante dell’idoneità diocesana non è cosa di poco conto se pensiamo che gli abilitati hanno diritto ad un concorso riservato senza prova nella materia di insegnamento, mentre i non abilitati obbligatoriamente devono fare un concorso ordinario per essere valutati anche sulla materia che andranno ad insegnare.
È difficile capire il motivo di questa volontà punitiva che non tiene neppure conto della lettera che i direttori degli uffici Irc diocesani della Lombardia che hanno espresso una sincera e doverosa preoccupazione per un concorso da svolgersi in tempi di emergenza sanitaria e hanno espresso l’auspicio che un possibile concorso possa “salvaguardare e valorizzare prioritariamente l’esperienza accumulata in modo continuativo da voi che, riconosciuti idonei, avete svolto almeno trentasei mesi di servizio con incarico annuale. Ci attendiamo, pertanto, per l’insegnamento della religione cattolica un trattamento da parte dello Stato pari a quello già attuato per tutte le altre discipline”.
Mi permetta di riprendere anche le parole di mons. Sanguineti, vescovo di Pavia, nella sua lettera del 18 dicembre c.a., dove manifesta, alla notizia del comunicato Cei – Miur, il dispiacere “ [,,,]per le condizioni indicate in questo prossimo concorso, davvero irrispettose nei confronti di quelli tra voi con più esperienza e mi lascia più che perplesso la modalità con cui la Cei, attraverso l’Ufficio Nazionale della scuola e dell’IRC ha condotto la trattativa con il Miur, accettando sostanzialmente l’impostazione e le proposte dello stesso ministero […]”.
Questa Intesa Cei – Ministero appena firmata si preoccupa solo di concedere alla ministra la possibilità di fare un concorso ordinario. Sembrerebbe una notizia quasi positiva tanto è stata attesa, se la si potesse vedere semplicemente con l’ipocrisia di quanti pensano che un concorso ordinario sia utile e capace di selezionare i migliori!
Ma noi stiamo parlando di insegnanti che da anni, alcuni da oltre vent’anni, sono già stati selezionati come idonei dal proprio ordinario e che tale idoneità è stata riconosciuta come abilitante dal consiglio di Stato con parere sez. 1 num. 76 del 4/3/1958, C.M. 14 maggio 1975, num. 127 e dal DPR 10 febbraio 1983 num. 89, art 35, comma 1.
Mi permetto di farLe notare che nell’’Intesa appena conclusa e da Lei firmata manca il riferimento a questo particolare e significativo aggettivo dell’idoneità e tale omissione permetterà di applicare l’art. 1/bis legge 159/19 ovvero di indire un concorso ordinario dove i Suoi insegnanti con idoneità abilitante del loro vescovo saranno valutati anche per la materia specifica ovvero l’insegnamento della religione, da dirigenti e altri insegnanti e non più dal loro vescovo. Perché questa è la regola dei concorsi per i non abilitati.In questo modo l’idoneità del vescovo diventa una semplice e inutile formalità perché la valutazione che abilita all’insegnamento della religione cattolica sarà fatta dallo Stato.
Per chi vuole vederla, questa Intesa è un altro passo verso una scuola italiana votata al laicismo e verso l’emarginazione e l’esclusione definitiva dell’insegnamento della religione cattolica dalla scuola italiana nonostante che l’85% degli studenti si avvalgano di tale insegnamento (dati del servizio nazionale per l’IRC della Cei, anno 2019/2020).
Che cosa dobbiamo dire? Avete fatto tutto voi! Con i vostri esperti, trascurando il fatto che la maggioranza degli IDR non voleva e non vuole un concorso in questo periodo di pandemia, e soprattutto un concorso ordinario che sarebbe ingiustamente selettivo e poco rispettoso della loro idoneità abilitante e della loro anzianità di servizio.
Se qualcuno, Eminenza, Le ha suggerito che sono appena duecento IdR a non volere il concorso, mi creda, le hanno detto una grossolana e interessata bugia, e chi dice le bugie è un bugiardo e mente sapendo di mentire. C’è una petizione contro il concorso ordinario firmata da più di seimila insegnanti di religione che a suo tempo è stata recapitata al servizio nazionale per l’IRC e a tutti i sindacati.
Agli esperti che hanno redatto l’Intesa è evidente che manca un elemento fondamentale: il rispetto e l’amore per gli insegnanti di religione che continuano a servire da decenni i loro vescovi. Con questa Intesa, proprio alla vigilia delle vacanze natalizie, avete fatto perdere fiducia e serenità ad onesti lavoratori e alle loro famiglie. È un regalo che non ci meritiamo.
E chi non considera il valore abilitante dell’idoneità non ha rispetto neppure per i nostri vescovi.
Le auguro di stare bene in salute e di riprendersi completamente dall’influenza Covid e di passare un sereno e Santo Natale. Che Dio La benedica.
Alberto Borsò e tutta la Segreteria Nazionale Anaps
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