Gentile Ministro Azzolina, in Italia vi sono ancora tanti ragazzi che amano l’arte e che si distinguono nel resto del mondo per le proprie capacità e per il proprio talento, suffragato da tanto studio e da tante rinunce.
In Italia vi sono ancora tanti studenti che credono di poter coronare i propri sogni semplicemente con i propri meriti.
Questi ragazzi hanno il diritto di potersi affermare, perché si sono formati con ideali che non consentono di cercare un posto di lavoro bussando alla porta del politico di turno, truccando i propri titoli, accaparrandosi con il calcolo attestati ridicoli che ancora oggi permettono qualche punto in più in graduatoria.
Sono ragazzi abituati a crescere, a formarsi, per ciò che realmente amano. Nel nostro paese il talento, il merito, si rivelano sempre più scomodi, a volte sono temuti, e per questo vanno eliminati. Non serve più un bravo artista che trasmetta la sua passione agli studenti, non serve un bravo concertista che sia da modello per le future generazioni. Serve chi serve! Con logiche oscurantiste si continua a falciare l’ultima parvenza di dignità ad un lavoro che realizzato bene può salvare tante vite oltre che innalzare il livello culturale e la sensibilità estetica di un intero paese.
Eliminare i titoli artistici per l’accesso all’insegnamento nelle smim e nei licei musicali significherà creare un maggiore squilibrio meritocratico in una tipologia di reclutamento che ha già prodotto i suoi danni. Sarà pur vero che in sporadiche circostanze le valutazioni dei titoli artistici sono state spesso realizzate male e che persino il mio maestro (il noto chitarrista e compositore fiorentino Alvaro Company) abbandonò una commissione rifiutandosi di attribuire lo stesso punteggio a concerti veri propri ed a concerti tenuti in parrocchia.
Sarà pur vero che si sono creati benché raramente alcuni conflitti di interesse, ma questo non è il motivo per abbattere dei requisiti fondamentali utili alla selezione di docenti che hanno un compito davvero arduo: motivare, impostare, educare al bello, creare il pubblico del futuro e, forse, individuare anche qualche nuovo concertista.
Potrei elencare tanti nomi di concertisti validi che ad oggi insegnano nelle SMIM e nei Licei Musicali, docenti degni di stima perché continuano la propria attività artistica tra mille sacrifici pur avendo a disposizione solo il sabato e la domenica, viaggiando senza tregua, elemosinando quel poco di tempo libero per studiare. Questi docenti caro Ministro, non sono folli, non sono esaltati, sono semplicemente dei veri musicisti.
E chi ha la musica nel sangue non riesce a fare altro che tenere concerti. Eliminare i titoli artistici significa eliminare la dignità del docente di strumento musicale.
Nel resto d’Europa l’insegnamento dello strumento avviene nelle scuole di musica statali, strutture ed edifici autonomi con sale concerto e persino con appartamenti per i docenti ospiti.
Quante volte mi è capitato di essere stato invitato in queste strutture in Polonia, Finlandia, Rep.Ceca etc. dove studenti di 16 anni hanno già terminato il programma di studi del primo livello del nostro Conservatorio, mentre i nostri studenti a venti anni ancora si interrogano su cosa fare da grande.
Da ciò ne conviene che rispetto alle normative europee, con l’eliminazione dei titoli artistici, l’Italia farà più di un passo indietro, in quanto le scuole non potranno più garantire un’adeguata preparazione per gli studenti che intenderanno proseguire gli studi al Conservatorio.
Mi auguro dunque che si possa migliorare con criteri più trasparenti un sistema ad oggi adottato in tutto il resto del mondo.
Perché l’Arte non può essere mercificata e perché la musica “cambia lo sguardo”.
Luciano Tortorelli
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