Sig. Ministro voglio farle conoscere la mia singolare storia, affinché abbia piena consapevolezza della gestione del dicastero da Lei diretto.
Sono una docente della provincia di Potenza, laureatasi nel 1990 in Economia e Commercio, presso l’Università di Bari, con votazione 110/110, lode e plauso. Mi laureai appena in tempo per partecipare al concorso per docenti, bandito con DM del 23/03/1990. Dall’a.s. 1993/’94, in cui entrai in ruolo nella scuola secondaria, insegno discipline giuridiche ed economiche, con passione, serietà ed imparzialità, come possono testimoniare centinaia di ragazzi che in questi 26 anni sono stati miei allievi. Ho anche collaborato con i vari dirigenti che si sono avvicendati, ricoprendo molti incarichi e prestando gratuitamente consulenza in materia giuridica e di bilancio.
Il 21 settembre 2009 partecipai alla preselezione del concorso per dirigenti tecnici, il cui bando del 2008 prevedeva 145 posti, ripartiti in due contingenti, suddivisi in settori e sottosettori. Sarebbe stato ammesso allo scritto un numero di candidati pari a dieci volte il numero dei posti messi a concorso per ogni settore e sottosettore, nonché i candidati eventualmente classificatesi con il medesimo punteggio dell’ultimo candidato ammissibile [art. 6 del bando]. Io risultai al 75° posto nella graduatoria del settore riguardante la mia disciplina e, pertanto, esclusa dallo scritto poiché, per i 4 posti richiesti, avevano superato la preselezione i primi 40 in graduatoria.
Tuttavia, emerse ben presto che circa 200 candidati si trovavano collocati in più settori e sottosettori. Iniziarono i ricorsi al TAR del Lazio da parte di coloro che non erano stati ammessi alle prove scritte perché nei rispettivi settori e sottosettori erano inseriti dei “pluricandidati”. Quindi il Ministero predispose, “in stretta aderenza alle prescrizioni contenute nella statuizione del TAR Lazio”, un “apposito elenco di tutti i partecipanti alle prove preselettive, prescindendo, in tale contesto, dai settori e sottosettori richiesti, stilato in ordine decrescente, secondo il punteggio conseguito da ciascuno”, e lo inviava solo ai rappresentanti legali dei ricorrenti.
Alcuni colleghi, che come me non avevano presentato ricorso ma risultavano inseriti nell’elenco, mi contattarono e scoprii che occupavo il posto n. 250 sui 1469 candidati ammessi. Invano inviammo richiesta al MIUR di partecipare alle prove scritte, che iniziarono il 28 febbraio 2011, in aperta violazione del bando, il quale prevedeva: “… Lo stesso avviso indicherà la data della successiva Gazzetta Ufficiale ….,contenente il diario delle prove scritte, nonché l’elenco dei candidati ammessi alle prove medesime, per i quali tale pubblicazione ha valore di notifica a tutti gli effetti” [art. 6].
Nella Gazzetta Ufficiale-4^ serie speciale ”Concorsi ed esami” n. 12 del 12 febbraio 2011, venivano indicate le date delle prove scritte, ma non l’elenco dei candidati ammessi. Nonostante su circa 11000 candidati fossi risultata al 250° posto nella preselezione (unica prova oggettiva), non potei sostenere gli scritti, per non aver fatto ricorso. La mia colpa fu quella di non aver avuto notizia della presenza degli stessi candidati in più settori!
Nel settembre 2011 partecipai alla preselezione del concorso per Dirigenti scolastici e la superai con un punteggio altissimo. Studiai molto per la prova scritta, ma non fui ammessa all’orale. Chiesi gli elaborati di alcuni vincitori e mi resi conto che i compiti non erano stati addirittura corretti. Erano pieni di errori, sia di grammatica che di sintassi, e le griglie di correzione erano in contrasto con i voti assegnati. Insieme a tanti colleghi non ammessi presentai ricorso al TAR Basilicata per le varie irregolarità riscontrate, tra le quali lo svolgimento di lezioni di preparazione al concorso da parte di un membro della Commissione giudicatrice.
Il TAR rigettò i ricorsi, dichiarando la mancanza di irregolarità nel comportamento del commissario in questione, perché lo stesso non aveva percepito compensi! Presentammo denuncia alla Procura e i membri della Commissione furono rinviati a giudizio, ma, purtroppo, il processo è fermo e, intanto, i “fortunati” ammessi continuano a fare i dirigenti, nonostante i loro elaborati siano stati ricorretti da una commissione ad hoc e, pare, siano risultati in vari casi insufficienti.
Ricorsi e denunce si verificarono in tutte le Regioni, come testimoniato dalle numerose sentenze dei TAR regionali.
Ho partecipato, infine, al concorso per Dirigenti del 2017 e dopo aver superato la preselezione con un buon voto, non ho trovato il mio nome nell’elenco degli ammessi all’orale.
Mi dica onestamente Sig. Ministro, ritiene possibile che un docente in possesso della laurea più indicata per fare il dirigente abbia svolto un compito peggiore di quello dei 3800 candidati ammessi, la maggioranza dei quali non ha, per formazione, competenza in materia giuridica ed economica? Avevo ingenuamente creduto che questa volta il concorso sarebbe stato più serio, ma, evidentemente, ha seguito la stessa logica dei precedenti.
Dalle discussione in rete si evince che molti ammessi non hanno svolto tutti i quesiti e conosco candidati che hanno dichiarato apertamente di aver sbagliato alcune risposte. D’altra parte le continue dimissioni dei commissari, che hanno comportato la revisione delle Commissioni per ben otto volte (l’ultima in data 15 marzo, a lavori ultimati), sono eloquenti!!
In conclusione esprimo il mio rammarico per vivere in un Paese il quale, ignorando che lo sviluppo socio-economico si basa sul capitale umano e sulla conoscenza, esclude il merito e costringe i giovani talenti italiani ad emigrare. In tal modo la cosiddetta “Terza Repubblica”, sta proseguendo, inesorabilmente, sulla strada del declino. Devo anche constatare che l’unico concorso serio a cui ho partecipato si svolse durante la “Prima Repubblica”, quando, tra oltre 1000 candidati, fui ammessa all’orale, senza averne il minimo interesse, poiché lavoravo già in una solida banca.
Se il Suo è il governo del cambiamento, Sig. Ministro, lo dimostri revisionando le correzioni. E non ritenga che l’urgenza sia quella di assumere i dirigenti per eliminare il fenomeno delle reggenze. Queste possono essere evitate affidando un incarico annuale a insegnanti iscritti in un’apposita graduatoria (formulata in base al servizio e ai titoli) o, meglio, scelti dai Collegi dei docenti.
Mi creda, le scuole sarebbero gestite in maniera molto più efficace ed efficiente!
Milena Di Stasi