In un poco meno di un mese il gruppo “Vittime errore algoritmo” ha superato i 700 iscritti. In questo poco tempo tante iniziative sono state portate avanti, tante mail sono state inviate, tanti contatti sono stati cercati. Diversi interlocutori si sono dichiarati disponibili ad ascoltare le nostre ragioni, altri invece se ne sono lavate le mani.
Nonostante tutto, niente di concreto siamo riusciti a ottenere. Il colpo di grazia è stato inferto ad una nostra collega che piena di entusiasmo e speranza si è recata (a proprie spese e partendo dalla provincia di Monza) ad un appuntamento datole dal Miur. Le è stato riferito che lei, signora Ministra Fedeli, per portare avanti la sua linea programmatica del dialogo e dell’apertura, ha chiesto ai dirigenti degli suoi uffici ministeriali di convocare i docenti.
Purtroppo però, sembra non ci sia discontinuità con la precedente gestione del Ministero. Alla nostra collega è stato riferito che niente verrà fatto per riparare agli errori dell’algoritmo. Avete deciso di perseverare nella nefasta linea decisionale iniziata questa estate quando, resosi conto degli evidenti errori nella mobilità, convocati i sindacati, hanno deciso di non ripetere le operazioni di mobilità e di assumersi tutte le conseguenze dei ricorsi che sarebbero seguiti. Viene da citare il proverbio “Errare è umano, perseverare è diabolico”.
È difficile comprendere la motivazione che ha portato dei pubblici ufficiali ad avallare una evidente situazione di ingiustizia: perché decidere di lasciare su sedi più vicine docenti con meno punti e far subire ai docenti con maggior punteggio l’assegnazione di sedi più lontane? Perché? Chiediamo a lei, signora Ministra, che da poco ha assunto il suo incarico, se sa fornire una spiegazione logica? Certo per i signori del Ministero è stato facile dire che si sarebbero assunti le conseguenze dei ricorsi, forse ci stanno rimettendo qualche spicciolo di tasca loro? Noi docenti invece sì! Interi stipendi pagati agli avvocati per riuscire ad ottenere ciò che ci è stato tolto. E qui si apre un altro discorso, quello dei Tribunali.
Dopo che anche il Tar se ne è lavato le mani, dichiarando la mobilità non di sua competenza, tutti ci siamo rivolti ai Giudici del Lavoro i quali, però, stanno valutando e prendendo decisioni diverse. Alcuni stanno accogliendo anche in via cautelare, altri no. Nonostante i dirigenti ministeriali abbiano confermato alla nostra collega la consapevolezza degli errori, gli avvocati del Miur che si costituiscono davanti ai giudici, negano questa evidenza e mettono in discussione il valore dell’unico criterio che avrebbe dovuto determinare i trasferimenti: il punteggio maggiore. Questo sta portando scompiglio anche nei tribunali.
Infatti, sebbene molti giudici stiano invalidando le operazioni di mobilità, in nome della mancata applicazione dell’unico criterio del maggior punteggio, altri stanno mettendo in dubbio tale tesi. Insomma, neanche nelle aule dei Tribunali abbiamo la certezza di veder riconosciuto e riparato il danno subito. In uno Stato che sbaglia e che riconosce di aver sbagliato, ma che non corregge i propri errori e persevera in essi, nemmeno la giustizia si rivela tale e uguale per tutti!
Per finire, vogliamo parlare anche della prossima mobilità? Nonostante le vostre rassicurazioni, noi non riponiamo nessuna speranza in essa, sappiamo che i posti sono pochi e briciole la quota del 30% destinata ai trasferimenti interprovinciali. Pertanto non accettiamo come elemento riparatore la concessione del vincolo triennale perché noi il nostro posto già lo avremmo se voi non aveste sbagliato, non accettiamo nemmeno l’eventuale concessione dell’assegnazione provvisoria (sistemazione per un anno) perché noi il nostro posto già lo avremmo, se voi non aveste sbagliato. E quest’anno avremmo potuto perfezionare la nostra situazione, magari avvicinandoci ancor di più, possibilità che invece sfrutterà, a nostre spese, chi dagli errori dell’algoritmo è stato privilegiato.
Signora Ministra, lei cosa farebbe al posto nostro? Noi non vogliamo arrenderci, continueremo a chiedere a lei personalmente, perché lei può rappresentare l’elemento di discontinuità con la precedente gestione del Ministero, di trasformare un ascolto fine a se stesso in atto concreto, di restituirci la nostra sede prima di dare avvio ad una nuova mobilità. Non lasci che il nostro appello rimanga come parole al vento, usi il suo potere decisionale per restituirci ciò che ci spetta già da agosto scorso. Ponga fine a questa incresciosa situazione