Mi chiamo Ivana Serra, sono una Dsga iscritta alla FLC CGIL.
Vorrei esprimere con forza il mio dissenso per la firma della pre-intesa per il rinnovo del contratto scuola, un accordo che non riconosce in alcun modo il valore e la professionalità di tutto il personale ATA, in particolare del Dsga.
Come può, caro Segretario, definire positiva per il personale ATA questa pre-intesa assai deludente sotto tutti i punti di vista?
Crede forse che basti definire il personale ATA come facente organicamente parte della Scuola “comunità educante” per esultare? Una mera espressione retorica che cela il nulla di fatto sul piano del riconoscimento economico del lavoro e del valore professionale della componente ATA. Può forse rappresentare motivo di soddisfazione per chi lavora duramente ogni giorno la semplice sottolineatura della nostra “presenza” nel mondo della scuola?
Da sempre, del resto, siamo stati parte della “comunità educante”. Accanto al Dirigente e ai docenti ogni giorno, nelle scuole lavorano, con impegno e passione, migliaia di direttori amministrativi, assistenti e collaboratori scolastici, con dedizione, costanza, impegno e sacrificio che forse non sono ancora ben apprezzati e compresi da tutti, soprattutto da chi dovrebbe avere a cuore la loro valorizzazione.
Siamo, dunque, una categoria di “invisibili”. Così oggi possiamo definirci. Siamo coloro che lavorano “dietro le quinte”, ma – come Lei ben sa – per andare in scena è imprescindibile il contributo anche di chi sta “dietro le quinte”.
La categoria del personale ATA, ed in particolare dei Dsga, da anni soffre per il carico di innumerevoli adempimenti che proprio la FLC ha definito come, il più volte, vere e proprie “molestie burocratiche”.
A cosa hanno condotto, allora, le numerose lotte, le frequenti iniziative di protesta e di mobilitazione messe in atto in questi ultimi anni?
Ben misero appare il risultato conseguito se i contenuti finali dell’accordo dovessero essere quelli che si profilano oggi nella sigla della pre-intesa.
Non resta altro che una profonda delusione, un’indicibile amarezza, e, per più di un verso, un vero e proprio sentimento di rabbia, per i tanti punti disattesi. Mi limito qui a sottolinearne alcuni:
– Dopo 10 anni, i DSGA si sono visti riconosciuti unicamente un incremento di indennità di direzione pari a € 6,50 mensili, che, al netto delle ritenute, equivalgono a poco più di 3 euro mensili. E’ andata un po’ meglio, per il compenso accessorio, agli assistenti amministrativi e ai collaboratori scolastici, per i quali è stato previsto un incremento del compenso accessorio rispettivamente di 10,50 e di 8,50… In ogni caso stiamo parlando sempre di pochi spiccioli, una mancia deludente ed inaccettabile per chiunque.
– Sono state vanificate anche le aspettative dei Dsga “temporizzati”. Eppure la suprema Corte di Cassazione che si è occupata dell’argomento, con la sentenza n. 9144/2016, ha rilevato l’illegittimità del criterio della “temporizzazione” nel caso proprio di passaggi dei dipendenti da un ruolo all’altro dello stesso comparto e censurando questo criterio applicato dal Miur in favore dell’obbligo per l’Amministrazione di effettuare l’integrale ricostruzione di carriera del dipendente in base all’effettivo servizio prestato nel ruolo precedente.
– La firma di questo contratto avvalla anche lo “scippo” del primo gradone, sicchè i futuri docenti ed il personale ATA dovranno attendere nove anni prima di poter ricevere un incremento di stipendio.
Ben altri tempi erano i tempi in cui la Flc-Cgil decise di non firmare il contratto che rivedeva gli scatti stipendiali con l’eliminazione della fascia 3-8 anni (2011).
Quanto alla partecipazione democratica degli iscritti al sindacato, ci sono molte osservazioni da fare. Mi limito a far rilevare che al sito della FCL si legge: “Per la FLC CGIL sarà quindi vincolante ai fini della firma definitiva del CCNL il pronunciamento delle iscritte e degli iscritti”.
Ma ben presto si comprende come anche il pronunciamento dell’iscritto deluderà ancor di più, analizzando come vengono raccolti gli assensi/ dissensi circa le proposte avanzate e le decisioni da prendere.
Sempre leggendo dal sito ufficiale: “Assemblee informative e voto. Questi gli strumenti di democrazia e partecipazione nelle mani dei nostri iscritti per esprimersi sui contenuti del contratto e dare il mandato alla firma definitiva”
Come Lei sa, caro segretario, alle assemblee partecipano pochissimi lavoratori, e il più delle volte gli stessi non si esprimono neppure “formalmente” sul contratto.
Chiedo allora che venga predisposta sul sito una procedura seria di consultazione della categoria e di acquisizione dei pareri degli iscritti. Un modo realmente democratico e partecipativo di consultazione della base e di formazione del consenso. Gli strumenti di democrazia e di partecipazione attiva alle scelte del proprio sindacato devono essere chiari e devono garantire una consultazione effettiva e non solo nominale.
Solo così vedremo se la FLC CGIL firmerà simili accordi allorquando avrà scoperto il reale giudizio e le vere opinioni di tutti i suoi iscritti!
Ivana Serra
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