Gentile Professoressa, Lei ha giustamente dichiarato che, alla luce della sua esperienza di docente, riferirà a suo marito cosa serve per migliorare le scuole superiori. Certamente, ce lo auguriamo in molti, gli consiglierà di impedire lo scellerato taglio di un anno del percorso degli studi. La moglie del primo ministro, a quanto pare, ha già conteggiato i possibili risparmi (dovuti, pensiamo, al taglio di altri posti di lavoro) per lo stato. Faccia invece capire a suo marito quanto più ignoranti e dequalificati sarebbero i nostri diplomati, se licenziati con un anno in meno di studi. Il conseguimento del diploma a 18 anni, se si vuole, è possibile già oggi iniziando prima il percorso scolastico. Non si inventino specchietti per le allodole, non è il caso di penalizzare ancora gli studenti e i lavoratori della scuola. Lei, che tra l’altro è anche precaria, sa bene che i soldi vanno trovati per eliminare le classi pollaio, per assumere nuovi insegnanti, magari anche eliminando i tanti progetti e progettini che servono solo a sperperare denaro che, come detto, potrebbe essere meglio speso. Già che c’è, poi, spieghi a suo marito che è giusto che gli insegnanti abbiano lo scatto d’anzianità, perché, a differenza di altre categorie, non sono figli di un dio minore e sperano che venga loro almeno riconosciuto il diritto al riconoscimento del valore dell’esperienza. Spieghi a Renzi, infine, che i voti degli insegnanti contano e pesano, e che i docenti non sono disponibili a subire ancora… Grazie…