Gent. ma Bianca Berlinguer,
Le scriviamo al fine di sottoporre alla Sua attenzione la problematica “contra legem” che sta vivendo la categoria cui apparteniamo: il personale ausiliario, tecnico e amministrativo della scuola pubblica italiana.
Da estimatori della linea editoriale coerente ed egualitaria che ha sempre caratterizzato Rai Tre e la sua testata giornalistica, ci duole constatare che, in questo caso, la stessa ha peccato, al pari di tutte le altre testate giornalistiche nazionali, di un grave silenzio e di inottemperanza alla connotazione di servizio pubblico cui è tenuta come previsto dall’ordinamento della Repubblica Italiana.
Sappiamo per certo infatti che la segnalazione della problematica relativa al personale ATA è stata più volte inoltrata alla redazione di Sua direzione in quanto molti colleghi, cittadini e contribuenti come noi, hanno scritto a questa mail illustrando la situazione e chiedendoLe di darle voce e luce nelle varie edizioni del Vostro TG.
Sorvolando sul fatto che tali segnalazioni risultino ad oggi esser state ignorate Le riportiamo nuovamente la situazione nella sua sostanza, nella sua gravità e nella sua dimensione per numeri, soggetti e normative coinvolte.
Il Personale Ata raccoglie tutti i profili amministrativi, tecnici e di sorveglianza, filtro, sicurezza e assistenza che operano nella Scuola rendendone possibile la sopravvivenza, il funzionamento e la continuità di esercizio nell’interesse di tutte le utenze coinvolte ovvero docenti, alunni, genitori e Stato.
Tale categoria è disciplinata da CCNL Scuola al pari delle altre componenti quali i Docenti ma non destinataria della stessa dovuta considerazione mediatica.
Questa disparità di trattamento è immotivata e inaccettabile e Vi invitiamo, nel limite delle Vostre possibilità, a porvi rimedio.
Nella fattispecie la problematica annosa della stabilizzazione dei precari del settore ha raggiunto l’apogeo quest’anno quando il Miur, con una circolare del 10 Agosto, ha rinnegato le direttive del Decreto Carrozza che prevedeva un piano ordinario di assunzioni triennali interessanti tutti i profili del settore ed imposto un’interpretazione estensiva dei commi 422 e successivi dell’art. 1 della Legge 190/2014 (legge di stabilità) con la conseguenza del blocco delle immissioni su turn over previste dal suddetto decreto, il congelamento dei posti di tutti i profili del comparto, la soppressione degli incarichi annuali, l’imposizione della chiamata da graduatoria di circolo e d’Istituto da parte del Dirigente Scolastico e, addirittura, il ricorso alla sola tipologia contrattuale dell’art 40 ovvero fino all’avente diritto.
In un solo colpo il Governo ha dunque ignorato molteplici fonti del Diritto, comunitario e statale, (procedure di infrazione 2010/2014 e 1999/70/CE nonchè la recente sentenza della Corte di Giustizia Europea circa l’abuso dell’utilizzo reiterato dei contratti a tempo determinato per un periodo superiore ai 36 mesi, il su citato Decreto Carrozza, la sentenza del Tar del Lazio confermata dal Consiglio di Stato circa l’illegittimità del congelamento dei posti per passaggio di altro profilo) adducendo quale formale motivazione di tale blocco la necessità di procedere ad una ricognizione degli esuberi del personale delle Province data la riorganizzazione delle stesse conseguente all’entrata in vigore della Legge Del Rio (che prevede però il passaggio ai soli Enti dello Stato apparato e in virtù di ciò non annovera in alcuno modo tra gli stessi la scuola).
Sarebbe stato già abbastanza eclatante da meritare quantomeno una citazione, no?
Non finisce qui però, in seguito alla pressione esercitata dai vari gruppi organizzati sui sindacati e le campagne di sensibilizzazione intraprese sul web e sui social, il 26 Agosto nell’incontro Miur-Sindacati si è ottenuto il ripristino delle supplenze annuali (seppur fino al 30 Giugno, altra vexata quaestio giuridica) e lo slittamento della ricognizione dei Provinciali a Luglio 2016 con la promessa di modifica in legge di stabilità 2016.
Troviamo sia doveroso parlare della vicenda in quanto interessa 200000 persone sul territorio nazionale, 30000 precari storici, molti su posti vacanti storici, non aggiuntivi, e soprattutto riguardanti tutti gli 8644 Istituti Italiani.
Crediamo sia dovere del servizio pubblico parlare della vicenda specificando che si tratta di personale indispensabile nel concreto e già nell’essenziale al funzionamento e all’apertura stessa delle scuole, personale dotato di competenze e professionalità notevoli dato che gli adempimenti da ottemperare prevedono competenze giuridiche, burocratiche, economiche e informatiche con regole e modalità di attuazione in costante mutamento, in condizioni infrastrutturali anacronistiche, totale assenza di formazione e retribuzione aggiuntiva nonchè stabilità lavorativa.
Tutto ciò sottolineando che tale personale, contrariamente a quanto mal rappresentato anche dai media, ha sostenuto un concorso per titoli ed esami che prevede molteplici livelli di controllo e un’assoluta trasparenza di consultazione che pochi altri enti pubblici possono vantare; ergo non siamo oggetto di donazioni generose nè di regali di alcun tipo, siamo nel pieno diritto.
Ci rendiamo conto che la tragedia dei migranti per proporzioni, drammaticità e soggetti interessati merita ben più spazio, che la politica è il potere e la quotidianità e quindi sia sempre al centro dell’informazione, che il brutto trattamento riservato ai docenti, la loro rilevanza nonchè superiorità numerica siano ben degni di attenzione e rappresentazione ma siamo anche noi cittadini, contribuenti e lavoratori ed è nostro diritto e Vostro dovere rappresentare a livello nazionale, con uno spazio equo e giusto dato i numerosi anni di Visibilità negata, la nostra realtà perchè esistiamo e da oggi saremo più vigili e pressanti anche nei confronti dei media per esercitare il nostro diritto a fruire del servizio pubblico radiotelevisivo.
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