Gentile redazione e cari colleghi,
a poco meno di due settimane al termine delle iscrizioni per il Pas, tre punti sintetici sul percorso abilitante speciale per l’insegnamento che dovrebbero farci riflettere.
Per curiosità ho chiamato una Accademia di Belle Arti, facendomi da portavoce di molti colleghi precari che sono in una condizione simile alla mia. Per quanto riguarda agevolazioni economiche sulla tassa di iscrizione non se ne parla nemmeno se uno ha una situazione economica molto difficile (presentando dichiarazione redditi) – preciso che tutti quelli che svolgeranno questo percorso sono tutti docenti precari.
Nessuna agevolazione nemmeno se uno ha una invalidità civile riconosciuta etc (l’invalidità nelle graduatorie dà priorità o altre agevolazioni di cui non sto qui a elencare). Il costo è quello: 2500 euro. Punto.
Secondo. Se uno è un docente a contratto che può tenere da docente il corso per il PAS (classe A028) non è previsto nessuno “sconto” sulla frequenza. Se uno ha svolto il dottorato può richiedere l’abbuono del 15% sul carico didattico – nelle Accademie italiane non esiste il dottorato. Cosa quindi ancor più assurda. Terzo. Il titolo verrà rilasciato a ottobre e quindi molto probabilmente non spendibile per questo aggiornamento (aggiornamento delle graduatorie previsto per giugno 2014 e il prossimo, a Dio piacendo, nel 2017). La cosa è valida anche per tutte le Accademie del nostro Paese. A questo punto, anche se in un primo tempo contrario, penso abbia fatto bene l’Accademia per la quale lavoro a non attivare il percorso. Tutto questo lede gravemente al diritto allo studio e al lavoro. Vengono a mancare i diritti fondamentali di noi lavoratori che per anni abbiamo servito lo Stato svolgendo incarichi di docenza anche rilevanti.
In conclusione, non solo lo Stato non attua una politica sul welfare, ma mette nelle condizioni in cui se uno ha i soldi può lavorare (che di per sé suona già come un ossimoro), se uno, per i tanti motivi, non ha denaro sufficiente (nemmeno per sopravvivere) è costretto a soccombere. Molti di noi docenti idonei a frequentare questo PAS hanno situazioni economiche difficilissime e famiglie da mantenere. La mancata frequenza di questo percorso porta a una distruzione totale della carriera di noi docenti che difficilmente potremo continuare a insegnare nelle scuole secondarie dal prossimo anno. Questa oggi è la situazione lavorativa italiana, parole “incoraggianti” non ne servono.
Servono leggi che tutelino noi cittadini.
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