Prima l’annuncio, tramite il suo legale; poche ore dopo la lettera di scuse. A scriverla è stato il genitore pugliese che sabato scorso ha rotto il naso al vice-preside dell’istituto Murialdo di Foggia, perché suo figlio era stato rimproverato e forse preso per un braccio dal docente, perché non infastidisse più i compagni di classe mentre erano in fila: “Porgo scusa al vice preside, agli alunni ed a tutta la comunità scolastica per l’increscioso accaduto causato da un gesto d’impulso”.
Nella lettera, resa nota dall’avvocato Antonietta De Carlo, l’uomo spiega di avere agito dopo “avere appreso dal figlio in lacrime che era stato violentemente allontanato dalla fila con uno strattone e scaraventato contro il muro durante l’uscita dalla scuola, percuotendo vistosamente il capo verso il muro, di comprendere il motivo di tanta ed ingiustificata violenza afflitta”.
Una giustificazione, tuttavia, che stona con il fatto che l’aggressione al vice-preside è avvenuta ventiquattr’ore il presunto “strattonamento” del figlio a scuola.
Andato a scuola, “in uno stato di agitazione”, ha cercato di “colloquiare con il vice preside sull’accaduto, reagendo in maniera tale da non pensare alle conseguenze del proprio gesto, accecato dal pensiero di proteggere il figlio dalle presunte aggressioni ingiustificate che aveva ricevuto”.
La scuola è “un luogo dove vengono affidati i nostri figli, perché crescano culturalmente, nel rispetto dei principi di legalità, assistiti da insegnati che ogni giorni si sacrificano per raggiungere gli obbiettivi prefissati”.
“Dietro tutta questa storia, purtroppo – prosegue la lettera – non si pensa a volte che ci sono minorenni, che devono essere comunque oggetto di tutela incondizionata, da parte di tutte le organizzazioni sociali, e con maggior attenzione da parte del mondo scolastico”.
Il legale rafforza la difesa del genitore: “il mio assistito, prendendo atto che il proprio figlio è stato oggetto di un presunto abuso di mezzi di correzione, ha voluto incautamente colloquiare con la persona presuntivamente responsabile di tale fatto”.
È per questi motivi che ha “cercato di colloquiare con il vice preside sull’accaduto, reagendo in maniera tale da non pensare alle conseguenze del proprio gesto, accecato dal pensiero di proteggere il proprio figlio dalle presunte aggressioni ingiustificate che aveva ricevuto”.
“Il mio assistito, porge le scuse al vice preside, agli alunni ed a tutta la comunità scolastica per l’increscioso accaduto causato da un gesto impulso”, ha concluso l’avvocato.
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