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Lettera di una docente precaria

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Mi chiamo Dejanira Benedetto, risiedo a Polignano a Mare, in provincia di Bari e, da oltre 6 anni ormai, svolgo il lavoro di docente di Matematica e Fisica come precaria, quasi esclusivamente nelle province del nord Italia. Ho iniziato con i corsi di recupero di poche settimane a Brescia e poi a Bari, poi con le messe a disposizione direttamente alle scuole che avevano esaurito le graduatorie, dividendomi tra Modena, Termoli e Firenze. Infine, nel 2017 mi sono inserita nelle graduatorie di istituto triennali di terza fascia nella provincia di Modena e questo sarebbe dovuto essere l’ultimo anno, prima di potermi spostare a Bari; sarebbe dovuto perché arbitrariamente il Ministro dell’Istruzione ha deciso nel Decreto Scuola che le graduatorie triennali di istituto per questo anno non si devono riaprire!

Il tutto sarebbe motivato dall’emergenza che l’Italia intera sta vivendo a causa del Covid-19, quella stessa emergenza che però, sempre secondo il Decreto, non impedirà di mettere in moto la macchina dei concorsi con tanto di selezione che dovrebbe avvenire mediante “assembramenti” di docenti impegnati nello svolgimento delle prove! Una scelta strana, visto che, se pure l’emergenza terminasse nei prossimi mesi, non ci sarebbe comunque il tempo materiale per l’espletamento delle prove e per le assunzioni entro l’inizio del prossimo anno scolastico. Ma allora come si spiega questa scelta?

Il Ministro il 6/04/2020 ha dichiarato che non è possibile immaginare di gestire migliaia di domanda cartacee, mi viene naturale però chiedermi come sia stato possibile per tutti i docenti italiani, me compresa, avviare tutte le procedure di didattica a distanza senza alcun preavviso di quanto sarebbe accaduto nella scuola italiana. È così difficile predisporre dei moduli online per la compilazione della domanda? Permettetemi di considerare questa cosa una presa in giro bella e buona. Tre anni fa le graduatorie vennero riaperte a giugno e vorreste farmi credere che in due mesi non sia possibile organizzare un programma in grado di gestire le domande in maniera informatizzata? Sono tanti gli interrogativi che mi attanagliano in questo momento di rabbia e frustrazione. Perché inserire il discorso graduatorie in un decreto che doveva riguardare solo la didattica a distanza e le modalità di chiusura dell’anno scolastico in corso? Perché tanta fretta nel dire che le graduatorie non sarebbero state riaperte? I dubbi sono avvalorati dalla decisione arbitraria del Ministro che si è guardata bene dal consultare i sindacati e che, a mio parere, sta cercando di sminuire e aggirare il parere del cspi. I telegiornali parlando del Decreto Scuola citano solo la parte relativa alla didattica a distanza e agli esami di maturità, ma dei precari bistrattati nessuno ne parla, si vuole far passare questa notizia sotto silenzio. Cosa c’è realmente sotto?

Credo, senza timore di essere smentita, di scrivere a nome di migliaia di precari che dopo tre anni, come stabilito dalle normative precedenti, hanno il sacrosanto diritto di aggiornare il punteggio e di cambiare provincia (ebbene sì in tre anni la vita delle persone cambia!), perché il lavoro si riconosce, oltre che da un punto di vista economico, con la possibilità di vedere i frutti dei propri sforzi, cioè con la possibilità di aggiornare le graduatorie con i punti maturati in questi anni. A proposito di soldi, chiedo alla Sig.ra Ministro, il prossimo anno mi pagherà lei il vitto e alloggio lontano da casa? Mi ridarà lei l’anno di vita passato lontano dalla mia famiglia? E anche l’anno “perso”, negandomi la possibilità di sposarmi, di creare una famiglia con il mio compagno, residente in un’altra provincia, e di avere dei figli?

E in questo discorso non vanno dimenticati tutti i neolaureati che vorrebbero intraprendere la carriera scolastica e che saranno costretti a inviare MAD con la speranza di essere chiamati. Il futuro si costruisce sul lavoro, un lavoro che il Ministro sta negando a tanti giovani!

In un momento di difficoltà come questo, in cui tante persone stanno perdendo il proprio lavoro, ci troviamo a vivere un assurdo: abbiamo tanti posti a disposizione, tanti docenti italiani qualificati per poterli occupare, ma degli elenchi vuoti da cui attingere!

Ci sarebbe ancora molto da dire, ma capisco bene che questo tempo, prezioso per i precari della scuola, è altrettanto prezioso per chiunque stia leggendo questa lettera, pertanto concludo: AGGIORNIAMO SUBITO LE GRADUATORIE DI ISTITUTO, CON DECORRENZA DA SETTEMBRE 2020.

Siamo in Italia, non mi aspetto che il mio appello sia raccolto da qualcuno, ma se per caso arrivasse a chi di dovere, sottolineo solo una cosa, ciò che sto chiedendo è che i miei diritti vengano tutelati, perché in questo momento sono stati bellamente calpestati!

Dejanira Benedetto