I lettori ci scrivono

Lettera di una docente precaria alla ministra Azzolina

Gentile Ministra Azzolina, sono una docente precaria in servizio ormai da anni sulla medesima cattedra, svolgiamo il nostro lavoro con grande dedizione ed amore per i nostri alunni. Insegnare, oggi più di ieri, non può essere un lavoro, un mestiere, ma qualcosa di molto più grande.

La nostra è una vera e propria vocazione, una missione che di giorno in giorno diventa sempre più complessa. In questi giorni, in questi mesi, la fatica è cresciuta, la distanza e la mancanza di contatto pesano sempre di più. L’ingresso in gioco della DaD ha incrementato il carico di lavoro, addio alle 18 ore canoniche ed alla gestione normale. Preparare prima le lezioni, caricarle sulle varie piattaforme, verificare che tutti gli alunni siano online e pronti, predisporre tutto il materiale per argomento… Insomma, noi tutto ciò lo facciamo con grande orgoglio. Perché noi rappresentiamo lo Stato, portiamo avanti un servizio di vitale importanza, lo facciamo con grandi sacrifici, ma alla fine della giornata ci sentiamo lieti e felici di ciò che abbiamo fatto. Queste cose Lei le conosce molto bene Ministra.

La nostra domanda è semplice, frutto di una riflessione concepita in piena emergenza sanitaria.

Perché si ostina con il concorso straordinario? Perché svolgere le prove in maniera ordinaria in un momento storico straordinario? Il Parlamento e le varie Commissioni sono tutte espressioni di Noi cittadini, e tutte le forze politiche, o meglio la maggior parte, si esprimono favorevolmente per un percorso straordinario ma con modalità straordinarie. Ebbene, perché non si ferma un attimo e cerchiamo di fare il bene comune? Tutti i partiti Le chiedono a gran voce di pianificare le immissioni in ruolo e dare continuità all’istruzione. Questa, probabilmente, sarà la millesima lettera che Lei riceve, però Ministra oggi Le chiediamo un po’ di dignità, un po’ di comprensione, facciamo appello al Suo grande senso del dovere, ed anche alla Sua sensibilità.

Insieme si possono cambiare le sorti di centinaia di migliaia di docenti precari che, nonostante le difficoltà e nell’ossequioso silenzio, portano avanti un servizio fondamentale e garantito dalla nostra Costituzione.

Sonia

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