Una storia, ancora in divenire, che dimostra quanto possa essere forte l‘attaccamento dei docenti nei confronti dei propri studenti, tanto da diventare praticamente, per loro, una spalla su cui piangere, una roccia su cui appoggiarsi.
A Bari, al Politecnico, uno studente rimasto anonimo ha scritto una letterina a Babbo Natale appesa all’albero di Natale dell’edificio. Il messaggio ha lasciato sgomenti tutti coloro che lo hanno letto. Ecco le parole, riportate da La Repubblica: “Caro Babbo Natale, so di non scriverti da un po’. Adesso avrei un desiderio, gli ultimi quattro anni sono stati abbastanza estremi e, sinceramente, sono esausto. Vivere è diventato estenuante, e non ho più molta voglia di farlo, non ho più voglia di combattere per vivere la vita che desidero, diversa da quella considerata normale da tutti”.
“Non verrò mai accettato per il mio percorso, ne mai otterrò supporto dalle persone che ho intorno. Mi sarebbe bastato solamente non avere bastoni fra le ruote. Please let me fly away”. In italiano, “Per favore lasciami volare via”.
La docente sta facendo di tutto per trovare l’autore
Si tratta di frasi davvero molto tristi, scritte da qualcuno che sembra non avere più voglia di vivere, forse a causa di questioni relative allo studio. Così una docente dell’ateneo si è mobilitata subito. Ha scritto, nello stesso foglio, una risposta con la penna rossa insieme al suo numero di telefono, dicendosi disposta ad aiutare chiunque abbia scritto la lettera: “Caro Studente la vita è un ‘miracolo’ ogni giorno, siamo tutti pronti ad abbracciarti ed a parlare subito con Babbo Natale perché ti mostri la ‘bellezza’ della tua età e la ‘sacralità’ della tua vita. Ho il suo cellulare: chiamami e te lo cedo”.
La donna ha pubblicato una foto della lettera su Facebook, nella speranza di trovare l’autore. “Spero che lo studente sappia che noi ci siamo e che possa affidarsi a noi docenti”.
Docente salva alunna che tenta il suicidio: “Non mi sento un eroe”
Non è la prima volta che dei docenti riescono a salvare in qualche modo gli studenti. Il mese scorso un insegnante ha salvato una ragazza che stava tentando il suicidio.
Si tratta di un 54enne che insegna Scienze Motorie. “L’ho afferrata e l’ho spinta a terra per metterla in sicurezza”, ha detto. L’insegnante era già a scuola (“La campanella suona alle 8:05, ma sono un tipo mattiniero”), quando ha ricevuto la telefonata di una collega: “Mentre passava davanti al parcheggio multipiano che si trova vicino al nostro istituto, una struttura alta una quindicina di metri, ha notato una piccola folla radunarsi in strada e ha riconosciuto nella ragazza seduta sul cornicione con le gambe nel vuoto una nostra alunna: mi ha chiesto di raggiungerla e mi sono precipitato”.
Ed ecco la ricostruzione di quei momenti concitati: “Sono salito all’ultimo piano e mi sono avvicinato molto lentamente… La ragazza si era sporta dal parapetto ed era in bilico: una scena che avevo visto soltanto nei film. Quando ha avvertito la mia presenza ho cercato di aprire uno spiraglio di dialogo… Lei tremava, piangeva, continuava a ripetere che era stanca e che non le importava più niente… L’ho stretta alla vita con tutta la forza che avevo e l’ho fatta cadere all’indietro, dalla parte giusta, per metterla in sicurezza”.
A quanto pare non c’era alcun segnale che lasciasse presagire la sua intenzione di farla finita: “A lezione era sempre in ordine, compita: un’adolescente all’apparenza tranquilla. Mi risulta che avesse buoni voti, i colleghi me lo hanno confermato”.