La scuola è percorso educativo per antonomasia, non è semplicemente, una cosa “da fare”, un luogo in cui i ragazzi devono stare, un percorso nozionistico.
A scuola si diventa adulti, si forma una coscienza critica, si cresce. Dirigenti ed insegnanti per questo motivo non sono semplicemente “dipendenti pubblici”, a loro come genitori chiediamo di collaborare accompagnando i nostri ragazzi in questo percorso educativo e di crescita.
Per questo motivo la scuola, fatta per i ragazzi, deve sempre puntare al meglio, a migliorarsi e non certo alla mediocrità.
Dentro questo percorso, se un docente o un preside aiuta i ragazzi ad interessarsi di ciò che accade, vedere i fatti senza pregiudizi ed avere un giudizio che i ragazzi stessi elaborano, tutto questo non rappresenta un “atto improprio” ma è “scuola”.
Ciò che è successo qualche giorno fa davanti ad una scuola fiorentina è un fatto di una gravità assoluta. I video che tutti abbiamo potuto vedere, fanno male e questo a prescindere da come la pensiamo e da come votiamo. Non entro nei retroscena, nelle provocazioni, o nei fatti accaduti in questi mesi, su questo le forze dell’ordine aiuteranno a capire. Ma le immagini di una aggressione organizzata, non possono che inquietare. Per questo i fatti dovevano essere immediatamente condannati da tutti, a prescindere dal colore politico. Così non è stato e questo non aiuta il clima, così come non aiutano l’atteggiamento e le parole del “Ministro dell’Istruzione”. Tralascio volutamente “del merito”, nuova dicitura del ministero. Lo tralascio perché questa parola: “merito”, faceva ben sperare. Era per me l’indicazione che si voleva finalmente premiare e valorizzare la scuola quale percorso educativo. Dopo questi mesi, la non condanna di quanto accaduto davanti ad una scuola fiorentina, “l’atto improprio” riferito ad una lettera di una dirigente, penso che la parola “merito” sia già stata abbandonata.
Gabriele Toccafondi, ex Sottosegretario del Ministero dell’Istruzione, esponente di Italia Viva.
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