Qualche giorno fa il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha inviato tutte le famiglie dei ragazzi in procinto di scegliere il proprio percorso di studi, una lettera con le informazioni utili per affrontare al meglio la scelta. Nella lettera si specificano le ottime possibilità lavorative che offrono gli indirizzi tecnici e professionali e le figure richieste a livello territoriale dalle aziende.
Secondo il segretario confederale della Cgil Christian Ferrari e il segretario generale della Flc Cgil Francesco Sinopoli però, questa lettera presenta un problema di metodo, poiché scavalca il compito delle scuole in tema di orientamento “sottovalutando quanto sia decisiva la conoscenza delle studentesse e degli studenti maturata in anni di insegnamento e di rapporto umano. Stiamo parlando di istruzione e non di formazione lavorativa” spiegano i segretari.
Ferrari e Sinopoli ritengono poi sia interessante far conoscere non solo le percentuali di quanti, dopo aver frequentato un determinato istituto, accedono al mercato del lavoro, ma anche le condizioni salariali e non solo in cui svolgono la loro professione.
Infine i due segretari avvertono la sensazione che la lettera voglia “dissuadere ragazze e ragazzi dagli studi universitari in uno dei Paesi europei con un troppo basso tasso di laureati”. Una via bassa allo sviluppo, anziché puntare su ricerca, innovazione e lavoro qualificato. “Che l’Italia possa affrontare e vincere due sfide cruciali come la transizione digitale e la conversione ecologica puntando su meno e non su più istruzione è un’illusione che può nutrire qualche azienda in cerca di facile profitto, non certo chi ha alte responsabilità di governo in un settore così delicato” chiudono i segretari Cgil e Flc Cgil.
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