Letterina a Babbo Natale, da parte degli studenti dell’Ipsia

Caro Babbo Natale, in questi giorni starai ricevendo chi sa quante lettere di bimbi che ti chiedono doni di ogni genere. Tra di esse quest’anno troverai anche quella scritta da noi studenti dell’Ipsia, che non siamo più dei bambini, ma ragazzi che si preparano ad affrontare la vita da persone adulte.

Non ti scriviamo per chiederti dei regali, perché a quelli ci pensano i nostri genitori, che nei limiti del possibile ci danno già molto. Abbiamo pensato di rivolgerci a Te, perché tu, nei tuoi vari giri in slitta da una casa all’ altra, possa dire ai nostri professori monelli due paroline da parte nostra.

Non che noi non ne abbiamo il coraggio, intendiamoci, ma temiamo che se queste due paroline gliele diciamo a modo nostro, loro potrebbero non gradirle, cogliendo magari l’ occasione per rimproverarci, come sempre. Per esempio, meglio non dirgliele con un sms o con what’s app,perché ci puoi scommettere che ci sequestrano il cellulare. Se gliele scriviamo su un foglietto, vedrai che avranno sicuramente qualcosa da ridire sul nostro italiano, e si metteranno a correggere con la penna rossa gli errori ortografici. Se chiediamo un pennarello per scrivergliele sulla lavagna, i bidelli ci faranno segnare il nome sul solito foglio, ma saremmo in troppi a dover firmare la richiesta e perderemmo ore.

Insomma, caro Babbo Natale, noi alunni non sappiamo proprio come fare per dirgliene due ai nostri insegnanti e alla preside. Per questo abbiamo pensato di rivolgerci a te, che sai prendere tutti nel verso giusto.

Per piacere, digliele Tu due paroline, da parte nostra. Digli che, anche se è Natale, noi non ce li dimentichiamo i loro rimproveri, le note, i brutti voti, i predicozzi e i loro momenti di nervosismo; non ce lo dimentichiamo quandoci sgridano perché diciamo parolacce nel nostro gergo giovanile o quando litighiamo in italiano e in marocchino, e quando facciamo le nostre brave scazzottate; non ce lo dimentichiamo quando si sforzano di interessarci alle poesie, alle equazioni, alle formule chimiche, alla meccanica, ai problemi del mondo, mentre noi siamo impegnati con un orecchio ad ascoltare musica da una cuffietta e con l’ altro a giocare col cellulare. Certo che due paroline proprio se le meritano questi professori, così severi e fissati con le regole.

Anzi, caro babbo natale, a pensarci bene Tu un regalo già ce l’ hai fatto: ci hai fatto concedere quest’assemblea di Istituto, che per noi era diventata ormai un miraggio… perché, lo riconosciamo, in fondo in fondo, un po’ monelli certe volte siamo anche noi… (ma solo un po!).

Allora, facciamo così. Visto che oggi, grazie a Te, in quest’assemblea abbiamo occasione di incontrarli tutti insieme, gliele diciamo noi due paroline a questi prof che si sono messi in testa di farci diventare, come ci ripetono sempre un giorno si e l’ altro pure, “persone mature, lavoratori capaci, cittadini consapevoli, donne e uomini e onesti e dignitosi.

Professori e preside dell’Ipsia, aprite bene le orecchie perché due paroline, oggi, ve le vogliamo proprio dire:

GRAZIE e… AUGURI!

Da parte di tutti noi studenti

I lettori ci scrivono

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