Descritto su Nature Communications, il risultato si deve al gruppo coordinato dal fisico Vito Mocella dell’Istituto per la Microelettronica e Microsistemi (Imm) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) a Napoli.
I rotoli fanno parte dell’unica biblioteca sopravvissuta dal mondo classico, scoperta nella cosiddetta Villa dei Papiri di Ercolano, e il metodo, sottolinea Mocella, ”potrebbe essere utilizzato per leggere centinaia di altri papiri della stessa collezione senza alcun rischio per la loro integrità”.
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Durante l’eruzione, il gas vulcanico ha carbonizzato i rotoli rendendoli fragili e i tentativi di leggerli fatti finora, con l’apertura meccanica, li hanno inevitabilmente rovinati o distrutti. A rendere possibile la lettura senza aprire i rotoli è una tecnica non invasiva, chiamata tomografia a raggi X a contrasto di fase, utilizzata presso la struttura europea per la luce di sincrotrone, Esrf (European Synchrotron Radiation Facility), di Grenoble.
La tecnica permette di distinguere tra materiali che hanno limitato contrasto tra loro, come i papiri carbonizzati e l’inchiostro nero. Hanno partecipato allo studio anche i ricercatori del Centro nazionale delle ricerche scientifiche francese (Cnrs), dell’università tedesca Ludwig Maximilian e dell’Esrf. (Ansa)
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