Alunni

L’Europa torna a scuola. Ecco come

I governi della maggior parte dei Paesi europei sono determinati a rimandare gli alunni a scuola, soprattutto per ridurre il divario di apprendimento, che si è allargato fra benestanti e no, e per far riprendere ai genitori il lavoro: “Anche in una pandemia, i bambini stanno meglio in classe”, dice il ministro francese.

Bisognerebbe spiegarlo a chi scaglia dardi contro la ministra e il Governo, che non danno garanzie e sicurezze, come avviene invece in Francia, Gran Bretagna, Spagna e altrove, dove si stanno imponendo regole sull’uso delle mascherine, si assumono insegnanti extra o si implementano nuovi banchi.

Sui banchi forse siamo in linea con loro, anche se, scrive RaiNew24, nelle scuole, da Berlino a Seoul, si “sono registrati diversi casi di contagio, e alcuni insegnanti e genitori avvertono che le loro scuole non sono pronte”.

In ogni caso, sembra proprio che i leader europei di tutte le tendenze stianno inviando un messaggio paradossalmente coerente: anche in una pandemia, i bambini stanno meglio in classe.

Oltre al primo ministro francese anche il britannico Boris Johnson ha definito la riapertura delle scuole un “dovere morale”, e il suo governo ha persino minacciato di multare i genitori che tengono i figli a casa. 

Tra le misure che la maggior parte dei Paesi europei stanno prendendo, spiccano le postazioni per il lavaggio delle mani, corridoi a senso unico, orari di inizio lezioni e pausa pranzo sfalsati.

Alcuni stanno distribuendo computer portatili gratuiti, in caso di nuovi blocchi, mentre altri richiedono le mascherine a scuola.

Poi ci sono Nazioni, precisa ancora RaiNews, che stanno pianificando un anno scolastico con alcune lezioni in presenza e altre online, anche se la maggior parte punta ad una piena partecipazione di persona alle classi.

D’altra parte anche l’UNICEF ha precisato che “le ripercussioni del divario” tra chi può permettersi una istruzione buona anche online e chi no, “potrebbero essere sentite nelle economie e nelle società per decenni”. 

Singolare è invece quanto è accaduto in Danimarca. Le autorità, preoccupate per alcuni casi di contagio da Coronavirus, avevano rimandato a casa tutti gli studenti delle scuole superiori, ma i ragazzi ne ne hanno voluto sapere, dicendo che non imparano abbastanza online e hanno tenuto una manifestazione di protesta con cartelli con su scritto: “Voglio solo andare a scuola”.

Pasquale Almirante

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