“Ministro ci ripensi, non vada, lasci fuori la scuola dalle battaglie ideologiche divisive, escludenti e per nulla attente al rispetto di ogni essere umano”: a lanciare l’appello al ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, perché non si rechi al Congresso mondiale delle famiglie di Verona, è la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli che lo ha preceduto a Viale Trastevere.
Secondo la senatrice dem, la presenza di Marco Bussetti “a quel Congresso rappresenterebbe un arretramento per tutta la scuola italiana, per i valori non di parte che i docenti trasmettono, per la funzione sociale e costituzionale che l’educazione rappresenta, per le opportunità che vogliamo dare a studentesse e studenti”.
Sull’Huffington post, l’ex ministra dell’Istruzione sostiene che a Verona si darà spazio “a chi vuole punire l’omosessualità con la pena di morte”. Ma anche a “chi pensa che le cause del declino della famiglia siano il divorzio e il lavoro delle donne. Chi vuole eliminare i diritti delle donne e la parità di genere. Chi ritiene che il diritto alla maternità come scelta libera e consapevole sia difeso da cannibali che vanno spazzati via dalla faccia della terra. E chi si azzarda a mettere in discussione la legge 194”.
Per la Fedeli, quindi, “quanto sarà presentato in quel Congresso è contro l’articolo 3 della Costituzione. È contro tutte le carte internazionali sui diritti umani. È contro le linee guida per l’educazione al rispetto e la parità tra i sessi, contro la violenza di genere”: ma è anche contro la riforma Renzi sulla scuola, perché la Legge 107/15, “a disposizione delle scuole da ottobre 2017, dopo un lavoro attento e faticoso di collaborazione e condivisione tra punti di vista diversi, colpiva le discriminazioni”.
La senatrice Fedeli, quindi, sostiene, dopo “aver conosciuto direttamente la responsabilità che comporta guidare il Miur”, che sia “inopportuna la presenza del ministro Bussetti” a Verona, “ancor più visto che prima di essere ministro è un dirigente del Ministero”.
“Dovrebbe allora sapere – continua l’ex ministra – quanto la conoscenza e il rispetto del valori della Costituzione siano importanti per l’educazione di ragazze e ragazzi, e quanto questa sia una funzione centrale della scuola, che deve certamente formare persone preparate, ma ugualmente far crescere cittadine e cittadini consapevoli e attivi”.
“È contro la battaglia culturale che da anni le scuole portano avanti per far sentire tutte le bambine libere di scegliere il proprio percorso di studio e di vita, senza pensare che la società preclude loro alcuni ambiti, o alcune carriere, o tutte le posizioni apicali”, conclude Fedeli.
L’attuale titolare del Miur, però, non cambia idea. Anzi. Difende con i denti la sua scelta di recarsi al Congresso delle famiglie:
Prima la prende alla larga e dice: “è un convegno su un tema, io sono stato invitato e parteciperò”. “Ognuno è libero di pensarla come vuole, viviamo in uno stato democratico in cui ognuno può esprimere il proprio pensiero”.
Poi, Marco Bussetti spiega meglio: “ho ricevuto un invito. Andrò a parlare di scuola e famiglie. E ascolterò ovviamente gli altri interventi. Come spesso accade, tra le tesi dei relatori ci saranno cose che condivido e cose che non condivido. Non vedo dove sia il problema. Confrontarsi è sempre opportuno”.
Infine, l’attuale ministro dell’Istruzione replica alla Fedeli, pur non citandola: “è incomprensibile la posizione di chi pretende di negare agli altri il diritto di parlare, di partecipare a un evento, di incontrare persone che la pensano diversamente. Ed è curioso che questo atteggiamento ideologico di chiusura e negazione venga portato avanti in nome dei valori di libertà e democrazia”.
“Io penso – ha concluso Bussetti – che si debba sempre evitare di polemizzare con chi precede e succede in un ruolo politico istituzionale. E mi attengo a questa scelta”.
Da parte del responsabile del Miur, comunque, non sembra esserci alcuna intenzione di alimentare polemiche e divisioni: ospite il 22 marzo del programma di Rai Radio1 Un Giorno da Pecora, ha detto, rispondendo alle polemiche relative alla sessualità e alla omosessualità, che “le persone sono persone, non vanno giudicate assolutamente da quel punto di vista”.
“Non faccio distinzioni da questo punto di vista, l’amore è amore. Per me le persone vanno rispettate tutte”, ha sottolineato Marco Bussetti.
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