“Le scuole, in virtù dell’autonomia scolastica, hanno una loro possibilità di gestire attività extracurricolari e di integrazione del calendario ordinario”.
A ricordarlo, ai microfoni di Radio 24, è stato il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, interpellata sulla possibilità di accorciare le vacanze scolastiche.
“L’orario scolastico non è messo lì a caso. C’è un certo numero di ore che vanno rispettate”, ha precisato Giannini.
E ancora: “ci sono paesi che le vacanze le dosano diversamente, come la Francia ad esempio. L’Italia ha privilegiato sempre le vacanze estive anche per un fattore climatico. È comunque una questione che va affrontata con serietà, un capitolo che si può discutere” ha aggiunto il ministro, osservando tuttavia che l’esigenza che ha spinto la petizione lanciata qualche giorno fa in Emilia Romagna era di tipo diverso”: un’esigenza alla quale “può dare risposta è il progetto ‘Scuola al centro’ varato dal Miur”, finalizzato, tra le altre cose, a ridurre la dispersione scolastica.
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Vale la pena ricordare che, tuttavia, i margini di modifica del calendario varato da ogni regione non sono ampi. Le scuole, infatti, possono anticipare l’inizio delle lezioni. Come anche posticiparne il termine. Motivando la decisione attraverso il Pof e le delibere degli organi collegiali. Tuttavia, sempre e solo di qualche giorno. In casi particolari si può arrivare ad una decina di giorni.
Mentre molti genitori, anche attraverso le petizioni, chiedono alla scuola di prolungare il calendario almeno sino al 30 giugno di ogni anno. E magari anteporre l’avvio dell’anno successivo al 1° settembre. Dimenticando che i docenti, in particolare alle medie e superiori, in quei periodi hanno da assolvere diversi altri impegni oltre alla normale didattica: gli esami di licenza media, di maturità, i corsi e le verifiche dei debiti formativi, le programmazioni e altro ancora. Quindi, l’attività didattica in piena estate non sarebbe fattibile.
Tutt’altro discorso vale, invece, per le attività alternative alle lezioni tradizionali (come i laboratori e lo sport). Quelle che il Miur sperimenterà in quattro città, sovvenzionando 10 milioni, con l’intenzione di allargare il progetto, gradualmente, a tutte le scuole medie e superiori d’Italia.
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