A Cernusco sul Naviglio, nel milanese, fa discutere l’interpellanza leghista per avviare un mini corso d’arabo che si è tenuto in una scuola primaria.
“Qui non si tratta di autonomia scolastica o di inclusione, si tratta di fondi pubblici destinati all’insegnamento della lingua italiana usati al contrario. Chi ne risponderà?”, ha chiesto la consigliera della Lega Paola Malcangio, spiegando che il problema per lei non è il corso d’arabo in sé per sé, ma il fatto che “la scuola aveva a disposizione soldi pubblici del Distretto (per più Comuni, quindi) destinati esclusivamente all’apprendimento della lingua italiana per alunni stranieri neoarrivati e a progetti di mediazione per alunni con marcate difficoltà di comprensione”.
“Non essendoci un caso rientrante in queste fattispecie, per non perdere la possibilità di fruire di risorse, è stata costruita un’iniziativa di inclusione al contrario: far apprendere le prime parole di arabo a bambini italiani”, ha concluso la consigliera del Carroccio.
Immediata la replica di Ermanno Zacchetti, sindaco Pd del comune lombardo: “Cernusco sul Naviglio è una città aperta e solidale: teniamo i bambini fuori dalla battaglia politica”.
“Come ogni giorno – ha scritto il primo cittadino via facebook, annunciando una nota ufficiale sul caso che sta montando in queste ore sugli interventi di mediazione culturale nelle scuole della mia città – anche oggi sono orgoglioso di essere il sindaco di una Città dove l’integrazione, l’innovazione, le azioni delle scuole vanno nella direzione di un vivere condiviso, nel rispetto dei valori e delle culture”.
Della vicenda ha parlato anche il vicesindaco e assessore alle politiche sociali Daniele Restelli, spiegando che “a Cernusco cerchiamo di garantire a tutti i bambini, senza distinzioni, che possano sentirsi a casa, accettati e integrati. Il servizio di mediazione linguistica e culturale che il Distretto mette a disposizione di tutti gli uffici, scolastici e non, che ne facciano richiesta è da molti anni un valido sostegno per l’integrazione”.
“Per questo – scrive il vicesindaco – trovo vergognosa la polemica sollevata dalla consigliera leghista che strumentalizza la scuola, giudica il lavoro di professionisti che non si è preoccupata di conoscere e non si occupa invece delle questioni importanti della nostra città come nell’ultimo consiglio comunale con 9 punti all’ordine del giorno, tra cui tematiche di bilancio e di opere pubbliche, in cui la Lega non ha detto una parola in aula, 0 minuti di intervento!”.
Del caso di Cernusco sul Naviglio si è parlato anche nei banchi del Parlamento: “La bufera fatta scoppiare ad arte dalla Lega sulla presunta ora di arabo in una scuola a Cernusco sul Naviglio è indegna. Il Carroccio continua a strumentalizzare bambini e docenti pur di aumentare il proprio consenso”, ha scritto vicepresidente del gruppo Pd Senato, la senatrice di Milano Simona Malpezzi.
“Che cosa c’è di male nell’insegnare a scrivere il proprio nome in arabo ai bambini per favorire l’inserimento di una compagna di origine egiziana? Si tratta di mediazione culturale che serve ad integrare e a sostenere bambini di origine diversa. Criminalizzare la lingua di provenienza, lascia intendere che chi la parla sia pericoloso o sbagliato. Non si tutelano gli italiani mettendo all’indice le culture diverse. Agendo in questo modo si fa solo una propaganda meschina sulla pelle dei piccoli”.
Secondo Malpezzi, “non è la prima volta che la Lega usa alunni e docenti per diffondere paura e rancore. Gli insegnanti sono autonomi e scelgono i mezzi che ritengono più utili per promuovere cultura e inclusione. La Lega cosa vuole fare? Instituire un minculpop e decidere cosa si può e cosa non si può insegnare a scuola? Il livello di inciviltà della prima forza di governo del paese sta raggiungendo livelli preoccupanti”.
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