L’idea di una ministra francese, Olivia Grégoire, ministra dell’Imprese e dell’Artigianato e delle Pmi, sta facendo discutere. Come riporta Open, quest’ultima ha detto che a scuola si dovrebbero fare lezioni di cucina per insegnare ai giovani a cucinare e spendere meno soldi in cibi pronti, come facevano “le nonne nella piccola cucina quotidiana”.
La proposta, lanciata nel corso di un’intervista che la ministra macroniana ha rilasciato al giornale Sud Ouest parte da un dato. I prodotti alimentari rimangono uno dei principali motori dell’inflazione in Francia che nel settore viaggia all’11,2% l’anno secondo i dati di agosto.
Da qui molte critiche: “Se le persone arrivano a saltare i pasti, non è perché non sanno cucinare, ma perché non hanno niente da cucinare!”, ha detto una politica. Numerosi anche gli elettori che hanno fatto ironia e costruito meme: c’è chi ha commentato la notizia con una videoricetta dove non cucina niente, chi ha controproposto corsi di equitazione contro l’aumento del costo delle auto, corsi di camminata contro il caro benzina e corsi di campeggio contro il caro affitti.
Ecco la replica della ministra: “Spiacevole riassumere in un tweet di poche parole è un messaggio che è semplicemente di buon senso, preferire prodotti freschi a quelli già trasformati fa bene alla salute e al portafoglio, e non solo in tempi di inflazione”.
Di recente sembra esserci la tendenza, anche qui in Italia, che consiste nell’addossare alla scuola il compito di insegnare di tutto, anche le più basiche competenze che servono per vivere. L‘imprenditore Nicolò Santin, molto seguito sulla piattaforma LinkedIn, qualche giorno fa ha espresso la sua opinione, indicando alcune materie che renderebbe obbligatorie scuola. “Queste sono le 5 materie che renderei obbligatorie in tutte le scuole in Italia, e mi chiedo come cavolo sia possibile che non ci siano già:
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