Arrivano ulteriori 370 milioni verranno per riprogettare architetture, spazi e arredi degli edifici scolastici previsti dal Pnrr. L’annuncio è stato fatto dal ministro dell’Istruzione durante il suo intervento alla presentazione del progetto ‘Futura’, che prevede interventi del Pnrr per l’edilizia scolastica, alla Triennale di Milano.
“Dopo settimane di lavoro, posso annunciare che abbiamo aumentato le risorse a disposizione del bando, dagli iniziali 800 milioni previsti a circa 1,17 miliardi“, ha detto il ministro.
Le linee, articolate in un decalogo, sono il frutto del lavoro di alcuni architetti, che si sono confrontati insieme a pedagogisti ed esperti della scuola, all’interno di un gruppo di lavoro voluto e istituito dal ministero.
Tra le professionalità che hanno elaborato il documento, figurano gli architetti Stefano Boeri, Cino Zucchi, Luisa Ingaramo, e il direttore della fondazione Giovanni Agnelli, Andrea Gavosto.
Entro questa settimana saranno pubblicate le aree dove verranno costruite le nuove scuole previste dal bando, anche al Sud (pure in chiave di “aiuto” alle donne madri di alunni) che si ispireranno alle linee guida, ed entro la fine del mese partirà il concorso di progettazione di 195 scuole.
Tutte le scuole prescelte dovranno rispondere a dieci caratteristiche della ‘scuola del futuro’: qualità, basso consumo, sostenibilità, accoglienza, spazi aperti e orientati alla co-progettazione, flessibilità, coinvolgimento corporeo, attrezzature funzionali, tecnologie e connettività.
Quello che stiamo portando avanti, ha tenuto a dire il ministro Patrizio Bianchi partecipando all’evento in terra meneghina, è “uno straordinario lavoro, per mettere in pratica quello che molte sperimentazioni hanno già fatto: una scuola sostenibile, aperta, integrata nel territorio che serva come punto di riferimento anche nel pomeriggio”.
Giusto un anno fa l’architetto Stefano Boeri, tra quelli che hanno elaborato il documento per il ministero dell’Istruzione aveva prefigurato la sua idea di aula scolastica del futuro: un luogo, a suo dire, creato per essere innovativo, sicuro e nel segno della multifunzionalità. Ma soprattutto dovrà essere un’aula adattabile alle necessità, molto diversa da quella tradizionale con i banchi allineati di fronte alla cattedra dell’insegnante, considerata un modello ormai superato.
Dallo studio dello Stefano Boeri Interiors, nato dalla collaborazione tra Napisan e Stefano Boeri Interiors nell’ambito dell’iniziativa “Igiene Insieme”, sono risultati degli ambienti educativi utili a favorire la partecipazione, senza dimenticare la DaD, come opportunità da offrire andando oltre il Covid-19.
Le aule del futuro sembrerebbero molto utili anche per vivere la scuola tutto il giorno, pure nei week end e magari d’estate, come ha programmato l’amministrazione.
Una delle caratteristiche di queste aule innovative è che le pareti non saranno più fisse, così da modulare lo spazio su diverse necessità.
L’obiettivo, aveva detto l’architetto Stefano Boeri, è “permettere a chi impara di poter avere accesso a luoghi esterni, una scuola pubblica nel vero senso della parola. Ma anche permettere a chi lavora in questi luoghi esterni di tornare nello spazio della scuola e svolgere attività con riverbero sulla vita di quartiere”.
“Stiamo ragionando – aveva aggiunto l’architetto – su modelli di spazio educativo che permettano la sperimentazione. Stiamo immaginando spazi che possano essere adattabili a modelli di insegnamenti differenziati, magari nella stessa aula, con pareti mobili che permettano di modulare lo spazio su diverse esigenze”.
https://www.youtube.com/embed/icCoxcv_ao8?feature=oembed I principi chiave del progetto sono quindi l’adattabilità dello spazio, per garantire diverse possibili configurazioni a seconda delle pratiche di insegnamento adottate e delle funzioni svolte; la tecnologia, per permettere l’espansione delle opportunità di apprendimento oltre i confini della classe; la sicurezza, per fornire uno spazio d’insegnamento sicuro e sano.
Inoltre, la luce, i colori, la tecnologia e gli arredi saranno tra i protagonisti di questo nuovo modo di pensare i confini dell’apprendimento: quando si parla di spazi flessibili, che cambiano e si adattano ad ogni esigenza, significa creare all’occorrenza sale per la musica, laboratori artigianali e scuole di danza, modificandosi anche più volta nella stessa giornata.
L’aula del futuro sarà anche dotata di sistemi tecnologici avanzati e studiati per migliorare la qualità della didattica a distanza: educazione all’igiene, distanziamento sociale, dispositivi di pulizia dell’aria, attività di pulizia ordinarie e ricerca di materiali lavabili e antibatterici, sono temi cardine per una ripartenza consapevole e per ripensare il concetto di igiene e inquinamento indoor.