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Con due contagi in classe lezioni in presenza pure in primaria, il Governo prende tempo: Priorità alla Scuola pronta a scendere in piazza

È stata rimandata di un paio di giorni l’attesa decisione del Governo sulle nuove quarantene: le nuove disposizioni, che dovrebbero anche uniformare l’attuale “babele” di casi e situazioni, che tante polemiche hanno creato, verranno prese mercoledì 2 febbraio nel corso del prossimo Consiglio dei ministri. Fonti di governo spiegano anche che le novità dovrebbero arrivare con un nuovo decreto Covid: assieme alle nuove quarantene a scuola, si stabilirà pure la copertura normativa all’ordinanza per la proroga di mascherine all’aperto e chiusura delle discoteche. In arrivo c’è pure una nuova durata del Green pass per chi ha fatto anche la terza dose di vaccino.

Proprio per definire le nuove disposizioni nelle scuole, armonizzandole alle altre, al termine del Consiglio dei ministri del 31 gennaio il premier Mario Draghi ha riunito i ministri dell’Istruzione Patrizio Bianchi e della Salute Roberto Speranza.

La spinta di Priorità alla Scuola: basta tergiversare

Cresce, intanto, la spinta da parte di alcune parti del settore scolastico per il ritorno alla scuola in presenza: “Con la (ri)elezione del (nuovo) presidente della Repubblica, la politica tornerà alle questioni che preoccupano tutto il Paese, dando priorità alla scuola, o continuerà a tergiversare?”, si chiede il movimento “Priorità alla Scuola”, che chiede al Governo di modificare “le regole per le quarantene che stanno immobilizzando la scuola italiana. Infatti, il decreto dello scorso 27 gennaio (il cosiddetto “decreto bollette”) non tiene conto della situazione vissuta da migliaia di ragazzi/e e genitori, che, da metà dicembre, sono alle prese con un cattivo funzionamento del sistema scolastico, su cui si scaricano incombenze burocratiche e decisioni che esulano dal suo ruolo, e con la completa incapacità di molte aziende sanitarie locali di gestire la pandemia.

“L’anno scorso – dice il Comitato – i più colpiti sono stati i ragazzi e le ragazze frequentanti le scuole superiori, quest’anno è la volta dei più piccoli e delle più piccole. I conti – in termini di apprendimento e di condizione psicofisica dei e delle minorenni in Italia – li stiamo facendo già ora, e saranno sempre più pesanti negli anni a venire”.

Se la modifica delle regole sulle quarantene avanzate da Priorità alla Scuola lo scorso 24 gennaio non saranno accolte, sarà organizzata una mobilitazione nazionale di studenti, genitori e insegnanti per martedì 8 febbraio davanti alle prefetture delle città italiane.

Binetti conferma: sì alle lezioni in presenza

Il Governo, comunque, sembra volere andare incontro alla richiesta. È necessario fare tutto il possibile “per mantenere il percorso didattico e l’organizzazione scolastica in presenza, anche nelle scuole primarie” e bisogna farlo disponendo regole che siano “semplici e chiare”, ha detto la ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti.

Intervistata da ‘Il Messaggero’, la ministra ha detto che bisogna “dare priorità alla continuità didattica in presenza mantenendo regole di sicurezza anche per i più piccoli, perché un prolungarsi di attività didattica a distanza, di fatto – abbiamo visto – porta a situazioni di grave disagio, di apprendimenti faticosi, nonché a un evidente carico di fatica ulteriore nell’organizzazione familiare”.

Binetti ha confermato che “verranno semplificate le regole”, “la quarantena e il rientro in classe dovrebbero seguire lo stesso meccanismo, con le regole che abbiamo già sperimentato per le secondarie, differenziando, a seconda della vaccinazione o meno dei bambini. Il tempo della Dad deve poter essere accorciato anche riguardo al numero di positivi nelle classi, così come richiesto anche dalle regioni. Non si tratta di allentare, ma di semplificare e, sempre più, di valorizzare il percorso di vaccinazione”, ha concluso Binetti.

Cosa si deciderà mercoledì 2 febbraio

Sono diverse le decisione che mercoledì 2 il Governo è chiamato a prendere. La prima è quella di estendere agli alunni della primaria le regole già in vigore per medie e superiori: si andrà tutti in DaD solo con almeno tre contagi in una classe.

Invece, con due allievi positivi non potrà entrare a scuola l’alunno non vaccinato o chi è vaccinato da oltre 120 giorni e non ha fatto il booster oppure chi ha avuto il Covid da oltre quattro mesi.

In ogni caso, la strada è tracciata e porta ad una maggiore auto-sorveglianza, con l’abbandono progressivo delle quarantene “classiche” con la durata di diversi giorni. A meno che non ci sia sia sottratti alle vaccinazioni.

Tra le ipotesi al vaglio c’è anche quella di indebolire (anche con tre contagi in classe) la modalità e la durata della quarantena: i giorni di didattica a distanza forzata, sempre dei vaccinati in modo “completo” o guariti da meno di quattro mesi, potrebbero ridursi a cinque, anziché dieci. Qualcuno si spinge a dire che la quarantena, sempre per chi è “a posto” con le vaccinazioni o è immunizzato, potrebbero addirittura scomparire.

E si tratterebbe non di un isolamento totale ma solo di DaD in autosorveglianza, senza alcun certificato in caso di rientro sui banchi di scuola.

Solo per gli alunni non vaccinati rimarrebbe in vita la quarantena di dieci giorni consecutivi (con annessa didattica on line da casa) e tampone negativo al rientro in classe.

Tra le possibili novità in arrivo c’è anche quella delle mascherine Ffp2 fornite dalle scuole in tutti i casi di lezioni in presenza con uno o due casi di contagi in classe.

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Alessandro Giuliani

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