Un prof, il Covid 19, gli alunni e la didattica a distanza: un raggruppamento che nasce nel marzo 2020 per causa di forza maggiore e che vede le scuole italiane improvvisamente trasformarsi e mutare la loro pelle in qualcosa che mai era stato immaginato: fare lezione attraverso un computer. È vero che qualche esperimento c’era stato, ma solo per verificare le potenzialità di una futuribile didattica nei confronti della quale la tecnologia si fosse messa a disposizione della scuola.
E invece non è stato così, come è arcinoto sulla pelle di insegnanti, alunni e famiglie, perché dall’oggi al domani l’intero apparato dell’istruzione ha dovuto fare i conti con strumenti mai verificati prima, con modalità di insegnamento inusitati e con difficoltà che talvolta hanno raggiunto paradossi incredibili.
Ebbene da quella esperienza, di isolamento e spesso solitudine, tanti docenti hanno tratto insegnamenti formidabili per continuare a svolgere il loro mestiere di educatori anche attraverso lo schermo di un computer, inventandosi magari didattiche e stratagemmi particolari per non mollare l’attenzione degli alunni, cooptare il loro impegno e la loro voglia di continuare negli studi, nonostante tutti gli imbrogli possibili che, stando a casa, si possono architettare.
“Lezioni nel silenzio”, di Gabriele Fraternali, EuropaEdizioni, 15,90 €, esamina proprio queste condizioni e le caratteristiche sia della didattica a distanza sia di quella in presenza, facendo per lo più rilevare che un utilizzo appropriato di entrambe è da sollecitare. Nessuna delle due esclude l’altra.
In altre parole non tutte le competenze della Didattica a distanza sono da buttare, anzi, si sono scoperte potenzialità, condizioni, modalità di interagire con gli alunni importanti nascoste nella tecnologia. E a tale fine Fraternali porta le sue personali esperienze coi suoi ragazzi del Liceo scientifico Galilei di Pescara.
Vere e proprie lezioni scandite in settimane, in ognuna delle quali annota ciò che ha proposto ai suoi ragazzi: dalla spiegazione scientifiche del Covid alle nuove scoperte, dai drammi dei contagiati alle solitudini di ciascuno, dalle difficoltà di chi non può avere a disposizione informazioni dettagliate ai problemi delle famiglie.
Ma pure relazioni dettagliate e competenti che dimostrano come la didattica laboratoriale di fronte alle emergenze possa cambiare senza bloccarsi. In pratica ogni accadimento singolare, e che dunque merita l’attenzione della scolaresca al di là dello schermo, diventa motivo di lezione e quindi di discussione e verifica, con l’interazione di alunni. Argomenti che trasudano dalle condizioni di pandemia o che comunque appaiono tra le vicende giornaliere portate dalla cronaca e che magari a scuola non si sarebbero mai affrontati.
Da qui, quanto afferma l’autore e anche il titolo del liobro: “Il silenzio della vita di relazione, di gruppo e nella lezione che il docente svolge di fronte al computer è l’attore principale che ha contraddistinto il primo lockdown. E in queste pagine è proprio quel silenzio che si può, tuttavia, ascoltare”.
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