Buona parte delle unità orarie di lezione potranno essere ridotte a 50 minuti anche nell’anno scolastico che sta per iniziare. E i 10 minuti sottratti non dovranno essere recuperati, da parte del personale docente, a patto che le motivazioni della riduzione oraria di lezione sia legate al Covid, quindi agli apprendimenti difficoltosi e (nel caso delle scuole superiori) ai trasporti che non dovranno arrecare assembramenti. Agli alunni, invece, dovranno essere assegnati dei moduli di insegnamento o di formazione aggiuntivi che vadano a sopperire i minuti persi.
A questa conclusione sono arrivati dirigenti e sindacalisti che hanno partecipato il 6 settembre al Tavolo operativo regionale istituito per combattere l’emergenza Covid nel Lazio, con la partecipazione dell’Usr, rappresentato dal direttore Rocco Pinneri, dell’Assessore all’Istruzione, Claudio Di Berardino, e del dottor Egidio Schiavetti, in rappresentanza dell’Assessorato alla Sanità.
“Rimane la possibilità di adottare moduli orari da 50 minuti”, hanno rendicontato le organizzazioni sindacali presenti al Tavolo del Lazio. “Rimane ferma la possibilità di non recuperare i 10 minuti con le regole della circolare “Valitutti”.
Il riferimento è alla Circolare ministeriale Valitutti del 1979 con la diminuzione di 10″ di prima, penultima e ultima ora per le sei ore giornaliere e anche terzultima ora per le 7 ore senza recupero in ragione del pendolarismo.
Nelle scuole superiori, quindi, la riduzione dell’unità di lezione a 50 minuti – ratificata ovviamente dagli organi collegiali – permetterebbe, inoltre, di rispettare in modo preciso la nuova scansione di fasce di ingresso previste a livello nazionale: ore 8.00 e ore 9:40. La seconda fascia di entrata a scuola, con le ore da 50 minuti, inizierebbe infatti proprio alle ore 9.40.
Sugli orari di uscita degli studenti, invece, molto dipenderà “dall’ingresso e dall’orario didattico giornaliero, con l’invito a ricondurre le uscite a un numero limitato, almeno due, comunque meno possibile”.
L’idea di svolgere le ore da 50 minuti sarebbe funzionale anche per Carla Garlatti, Autorità garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, che sempre il 6 settembre si è detta preoccupata della possibilità di “differenziare l’orario di ingresso a scuola, se non addirittura imporne l’articolazione in turni antimeridiani e pomeridiani”.
“Queste soluzioni – ha detto il Garante – potrebbero compromettere i diritti al riposo, al gioco, allo sport, alle attività culturali, ricreative ed educative riconosciuti a bambini e ragazzi dalla Convenzione di New York”.
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