Secondo i dati che circolano da tempo sembra che il “mercato” delle lezioni private valga più o meno 800 milioni di euro (solo due giorni fa il Codacons ha parlato di 950 milioni), milioni che, in ogni caso, sfuggono al fisco in larga misura.
Ed è anche per questo motivo che il Governo ha deciso di introdurre una imposta fissa del 15% su questo “tesoretto” non del tutto disprezzabile: se l’operazione dovesse andare in porto nelle casse dello Stato potrebbero entrare anche più di 100 milioni di euro.
Ma si tratta di una previsione molto ottimistica e basata su una ipotesi tutta da verificare e cioè che il “mercato” delle lezioni si ispiri d’ora innanzi a comportamenti “virtuosi” delle due parti in causa, docenti impartiscono le lezioni e famiglie che pagano.
In realtà, ad oggi, non esiste nessuna norma che consenta alla famiglia di “scaricare” le spese delle lezioni private in sede di dichiarazione dei redditi; peraltro se nella legge di bilancio venisse introdotta una disposizione del genere, si annullerebbe immediatamente ogni vantaggio per l’erario; l’operazione, anzi, potrebbe persino chiudersi con un nulla di fatto per il fisco: per ogni 100 euro dichiarate dal docente, infatti, il fisco incasserebbe 15 euro ma ne dovrebbe rimborsare 15 al genitore che dichiara la stessa spesa (la percentuale applicata oggi sulle spese detraibili è pari al 19% ma la legge di bilancio ne prevede la riduzione al 15%).
Una possibile soluzione per uscire da questo complicatissimo problema potrebbe essere forse quella di consentire ai docenti una sorta di regime di “intramoenia”, come è previsto, per esempio, per i medici ospedalieri.
Ma gli ostacoli su questa strada sono tanti: ci sono non solo resistenze sindacali ma anche problemi pratici di non poco conto (disponibilità di locali, per esempio e copertura dei costi). Senza trascurare i problemi anche di natura etica e sociale che si presenterebbero.
Insomma, il tentativo di estirpare le lezioni private in nero è certamente meritorio, ma non sarà facile ottenere risultati concreti.
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