La legge di bilancio per il 2019 (si tratta della n. 145 del 30.12.2018) prevedeva nuove disposizione in merito ai redditi derivanti dalle lezioni private impartite dai docenti di ruolo.
In particolare, il comma 13 dell’articolo 1 stabilisce che “a decorrere dal 1° gennaio 2019, ai compensi derivanti poi dall’attività di lezioni private e ripetizioni, svolta dai docenti titolari di cattedre nelle scuole di ogni ordine e grado, si applica un’imposta sostitutiva dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e delle addizionali regionali e comunali con l’aliquota del 15 per cento, salva opzione per l’applicazione dell’imposta sul reddito nei modi ordinari”
La legge stabiliva anche entro 90 giorni il direttore della Agenzia delle Entrate avrebbe dovuto emanare un provvedimento per definire le modalità per l’opzione e per il versamento dell’imposta sostitutiva.
Con tale provvedimento sono stati indicati i codici da utilizzare per i versamenti, da effettuarsi nelle date previste dalle consuete scadenze relative alla presentazione della dichiarazione dei redditi.
Stando alla relazione tecnica l’Erario dovrebbe incassare 26 milioni di euro in sede di prima applicazione.
Qualche effetto dovrebbe esserci già con il versamento in acconto dei prossimi mesi, mentre sicuramente già ora si dovrebbe sapere quanti docenti hanno deciso di optare per questa “opportunità” (così alcuni parlamentari del M5S avevano definito la nuova regola, quando venne approvata la legge).
Secondo la relazione tecnica il “giro di affari” delle lezioni private si aggira sul miliardo di euro (si tratta di un dato ricavato da una indagine della Fondazione Einaudi), che non sarebbe però tutto assoggettabile all’imposta sostitutiva in quanto la legge non riguarda le lezioni impartite da chi non sia docente di ruolo.
Per il momento, insomma, è difficile dire se la misura consenta davvero qualche vantaggio per i docenti e se possa servire per far emergere almeno in parte il “nero” delle lezioni che secondo la Fondazione Einaudi arriverebbe ad una cifra importante e che, invece, secondo i sindacati del comparto scuola sarebbe del tutto marginale.