Si è mossa un valanga di solidarietà nei confronti del docente nuorese di religione di 32 anni, travolto dalle polemiche che hanno portato alle segnalazione al vescovo e ai dirigenti scolastici da parte dei genitori. Il prof era accusato di aver parlato di sesso in classe e consigliato due libri per adolescenti: “Ho 12 anni e faccio la cubista mi chiamano Principessa” e “Facciamolo a skuola”.
Libri che trattano il tema dell’eros nei giovanissimi, ma ritenuti da alcuni genitori “troppo espliciti”.
E così dopo la tempesta che ne è nata per la singolarità della notizia, l’insegnante ha incontrato un gruppo di mamme che gli avevano già manifestato solidarietà sui social e ha annunciato di essere pronto a sporgere querela per calunnia e diffamazione, soprattutto alla luce della prima contestazione di addebito disciplinare arrivatagli proprio oggi dalla scuola media di Nuoro dove insegna.
“Mi viene contestato di non essere in grado di gestire la disciplina – afferma il prof all’ANSA – ma io uso altre metodologie didattiche non l’autoritarismo; di usare i telefonini in classe, è vero li uso per finalità didattiche; infine di aver presentato argomenti sulla sessualità in classe, cosa non vera. Cito Montessori: la civiltà al bambino non la si insegna comprimendolo ma dandogli la possibilità di essere se stesso e di interagire nell’ambiente in cui si trova. Mi presenterò a scuola assistito dai sindacalisti di mia fiducia e successivamente querelerò”.
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E siccome anche il vescovo aveva avuto parole pesanti contro il prof, lui ne ha anche nei confronti del presule e se il vescovo aveva dichiarato: “Il professore ha sbagliato mestiere”, lui replica: “Si è espresso senza conoscere i fatti. Un pastore d’anime non può esporsi senza sapere”.
Intanto sul web sono in molti a sostenere il suo operato. “Ciao prof, sono la mamma di un tuo alunno, mi faccio portavoce della classe per dissociarci da tutto quello che è stato detto e scritto nei giornali in questi giorni per le fantomatiche lezioni di sesso che lei avrebbe tenuto in classe”.
Un’altra madre scrive: “So bene quale tipo di lezione lei svolgesse in classe di mia figlia, i genitori dovrebbero vigilare sui loro ragazzi per comportamenti e linguaggio inappropriato anziché scandalizzarsi per due libri da lei proposti”.
“Le esprimo tutta la mia solidarietà – afferma un’altra mamma – e sono più che convinta che le prove più dure siano riservate ai più forti. Coraggio”.